Cartoline vecchie di Tunisi che mi fanno divagare…

Tunisi più di un secolo fa’. Forse anche prima. Credo che la data approssimativa si intuisca visivamente dalle stesse caratteristiche tecniche di questa cartolina.
A me, a suo tempo, il periodo in esame era rimasto labilmente fissato nella memoria per parole dette nell’occasione della mia prima occhiata a immagini similari a questa, oggi in casa nostra. Ma anche perché a lungo mi era rimasto impresso il fatto di avere letto dei saluti, di logica riportanti a un preciso anno, su una di queste “carte postale”.

Mahdia.
Solo che, una volta aperta la scatola dove sono contenute, mi sono accorto che di fotografie della Tunisia di quell’epoca ce ne sono veramente tante. E di Tunisi in particolare. Non le ho ancora viste tutte. Mi é rimasto alquanto sospeso il proposito di fare un piccolo excursus più che altro di carattere storico, corredato di alcuni di quegli scatti.

Se già la scoperta del quantitativo, l’ormai lontana causa – altra trama che sarebbe da narrare! – di quel dono e il vedere l'”ancient” Tunisi non mi avevano rievocato ricordi, Cartagine – qui sopra – mi riporta a quando a otto anni, fresco di studi alle elementari di storia romana, appresi da un’altra cartolina mandataci da un vicino di casa (colà in “congedo” – di cui oggi non so spiegarmi l’autorizzazione – temporaneo dalle ferrovie per un’esperienza da marconista su una nave mercantile, che a noi fratelli fruttò anche due tartarughine: altra vicenda) che la grande città punica era ben risorta dalle ceneri cui l’aveva condannata il Senato dell’Urbe.
St. Raphael in Costa Azzurra con la Tunisia c’entra poco. E’ vero. Solo che nel piccolo archivio in parola ho ritrovato anche qualche vecchia cartolina di questa località. 
E per singolare coincidenza ho appena letto una testimonianza raccolta da Arturo Viale – alla quale devo pur dedicare qualche riga più attenta al più presto – che parla di tre giovani uomini di Ventimiglia che nel settembre 1944 si muovono in barca verso St. Raphael per provare a convincere gli alleati a non bombardare – e non mietere ulteriori vittime civili – l’estremo Ponente Ligure, perché sguarnito di acconce difese. Persone inascoltate – va da sé! – che hanno vissuto un’esperienza riportata con avvincente scrittura da Arturo. Uno di questi uomini l’ho conosciuto e, senza esserne mai stato intimo, posso confermarne la singolare e calda carica umana. Di un altro, che so deceduto poco dopo la guerra, ho conosciuto e conosco la famiglia in senso largo. Soprattutto, sino ai miei sei anni inoltrati, quando ci perdemmo di vista per il nostro trasloco, mi fu molto cara la madre, una figura di donna che non ho mai dimenticato e alla quale torniamo spesso in conversari con i miei.
Forse perché – e prendo a prestito, un po’ rimodellandola, una recente frase di Eugenio Scalfari – era il periodo in cui si andava formando la parte istintuale del mio carattere, il che in parte almeno mi spiega la mia ricorrente tentazione di parlare di certi miei luoghi, di certi avvenimenti e di certi periodi. E a divagare…
E sempre per pura … combinazione, tra quelle cartoline d’epoca, dato che qualche volta pur ne ho scritto, non dovevo ritrovarne, magari ritoccate come quella qui sopra, tre di Nizza?

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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