Circa Wu Ming

Il nostro lavoro si apre con lo studio degli elementi testuali caratteristici di Q, 54, Manituana, Altai, L’Armata dei Sonnambuli e Proletkult. Per condurre un’analisi quanto più approfondita possibile, vorremmo intendere il nostro approccio ai romanzi come un esercizio che non può consistere nell’invenzione o nel reperimento di qualcosa di esterno, ma nell’ascolto paziente, nella ricerca e nella provvisoria epifanizzazione di qualcosa che è al centro dell’opera e ne costituisce un nucleo vitale, che ha le caratteristiche di un dispositivo più o meno sofisticato e occulto, forse irreperibile ma verso il quale deve tendere ogni passo, e ogni ‘passo falso’, del critico <33.
La nostra analisi non vorrebbe “limitarsi a descrivere e a catalogare”, ma aspira a indagare “il funzionamento” <34 delle strutture narrative.
Nel primo capitolo esamineremo le trame, iniziando con il riassumere le vicende narrate. Per chiarezza espositiva, presenteremo le linee del racconto colte nella loro unità logica e cronologica e non nell’ordine in cui appaiono nei testi. Trattandosi di romanzi che si interrogano su come raccontare la Storia, valuteremo la componente di realtà che accompagna l’invenzione degli autori; rifletteremo sulle modalità con cui la scrittura attinge al materiale storiografico e lo gestisce. Poiché i tratti distintivi delle ambientazioni storico-geografiche determinano in ognuno dei romanzi un utilizzo specifico del linguaggio, osserveremo le diverse caratteristiche stilistiche e lessicali dei testi. Questi mettono in evidenza anche alcuni aspetti culturali peculiari delle epoche in cui si svolgono le narrazioni: vedremo di quali si tratta e lo spazio che occupano nei racconti. Approfondiremo inoltre temi e motivi ricorrenti.
Dedicheremo il secondo capitolo all’analisi dei personaggi, illustrando la varietà delle soluzioni proposte. Distingueremo i casi in cui la narrazione individua chiaramente un protagonista e quelli in cui ci sono più figure centrali. Davanti alla ricchezza dei ruoli marginali che intervengono nei racconti esamineremo la loro funzionalità e il loro contributo all’azione. Seguiremo inoltre un argomento nell’ambito del quale i Wu Ming hanno prodotto risultati progressivamente più maturi, vale a dire la costruzione delle femminili: osserveremo che gli autori partono con il primo romanzo dalla presentazione di donne eteree e irreali, per approdare a risultati più convincenti e di maggior concretezza. Un ulteriore punto di approfondimento è legato alla vocazione storica dei romanzi: sonderemo quali figure sono realmente esistite e quali sono nate invece dalla fantasia degli autori. La disamina dei personaggi continuerà affrontando due questioni tematiche trasversali di più ampio respiro. Molti di essi non hanno un nome proprio univoco, è frequente il ricorso allo pseudonimo e al soprannome: valuteremo quindi la singolarità dell’elemento onomastico, osservando i problemi sociali e di identità che questo chiama in causa. La disamina dei personaggi si concluderà con un’analisi qualitativa. Infatti, in più di un’occasione nei romanzi e nella critica, fa la sua comparsa il termine “eroe”: partendo da tale spunto articoleremo una riflessione intesa a valutare la pregnanza della categoria dell’eroismo in riferimento ai testi dei Wu Ming. Il terzo capitolo sarà incentrato sulle forme dei romanzi. Ne studieremo gli intrecci, le modalità con cui gli autori connettono gli elementi delle trame. La complicazione a livello della struttura giustifica una trattazione specifica di questo aspetto: in ogni testo vengono infatti sovrapposti i racconti di numerosi punti di vista, fasi e scenari geografici. Affronteremo poi la questione dei generi narrativi e osserveremo che nei sei romanzi confluisce una commistione di stilemi, motivi e forme tipiche di generi diversi. Infine ci concentreremo sulle potenzialità espressive delle forme utilizzate nei finali romanzeschi, poiché questi vengono costruiti attraverso tecniche compositive tali da renderli particolarmente incisivi.
Nei tre capitoli orienteremo il nostro studio su più livelli: ci interesseremo a descrivere i contenuti dei romanzi e, allo stesso tempo, li osserveremo risalendo ai procedimenti sfruttati dagli autori per determinarli. In relazione ad alcuni dei temi trattati analizzeremo sistematicamente ognuno dei testi, seguendo generalmente l’ordine di pubblicazione; realizzeremo altrove disamine complessive, fornendo di volta in volta gli esempi che ci sembrano più significativi. Cercheremo nel complesso di rintracciare l’evoluzione della prospettiva autoriale in alcuni dei cambiamenti che intercorrono fra un’opera e l’altra.
33 MARIO LAVAGETTO, Eutanasia della critica, Einaudi, Torino 2005, p. 69.
34 Ivi, p. 71.

Letizia Giugliarelli, In front of an open, mixed and incomplete world: Text send contexts in Wu Ming’s novels, Literature, Université Côte d’Azur, Università degli studi (Bologne, Italie), 2020, pp. 19,20

La nostra curiosità è stata attirata dalla breve durata che hanno molti dei rapporti umani dei protagonisti. Il motivo ricorrente dei legami interpersonali che si incrinano e si ridefiniscono è stato infine inquadrato come rinuncia degli autori a includere elementi consolatori; ci è sembrato iscrivibile nella volontà di presentare un cambiamento che investa con la propria potenza anche le sfere più personali e intime dell’esistenza umana, e che quindi sia percepito nella sua natura pervasiva.
Le masse che partecipano agli eventi rivoluzionari narrati hanno una fisionomia multiforme e variopinta: osservarne le caratteristiche ha significato cogliere l’accuratezza degli scrittori nel riprodurre, anche all’interno di fenomeni collettivi, differenze di aspetto, di comportamento e di intenti.
La frammentazione e la pluralità ricorrono nella scrittura, rischiando quasi di presentare oggetti dispersivi, confusi e quindi difficili da apprezzare. In questa costante moltiplicazione abbiamo individuato una sfida cognitiva rivolta al lettore, chiamato a destreggiarsi fra nomi molteplici e cangianti e voci non sempre identificabili, a ricostruire le vicende al di là delle interruzioni formali che le segmentano, a seguire le indagini descritte pur nella difficoltà di tenere a mente tutti gli elementi del quadro d’insieme. Nella mancanza dei punti di riferimento e nella labilità delle categorie interpretative proposte nei romanzi abbiamo reperito la raffigurazione efficace di paradigmi che vengono soppiantati.
Valorizzando queste molteplici differenze, i romanzi propongono innanzitutto un’accurata problematizzazione degli elementi trattati, scelgono di ritrarre i fenomeni nel gioco di luci e ombre che li contraddistingue, invitano ad assumere prospettive diverse sugli oggetti del proprio interesse. Ogni passato diventa sulla pagina una “piazzaforte sotto cui scavare cunicoli, una guerra di mina, un tentativo di far evadere e riportare alla luce possibilità tenute prigioniere dalla storia dei vincitori”.
Abbiamo potuto così verificare che i testi, rifiutando visioni compatte e monolitiche, contribuiscono a mettere in guardia contro ciò che potrebbe essere considerato scontato e automatico; realizzano la propria opposizione nei confronti di qualsiasi potere che tenda a “imprigionare il tempo nello spazio. Confini, reticolati, limiti: più oltre di qui non puoi andare, oltre questa linea non ti è nemmeno lecito pensare. Il potere vince ogni qualvolta riesce a convincersi di coincidere ipso facto con la realtà, e che tutto il resto sono miti, favole, fantasticherie. Ogni potere è una forma di appropriazione, di espropriazione del possibile: il futuro non potrà che assomigliare al presente, e anche il passato si dovrà adeguare”.
I romanzi, al contrario, suggeriscono che versioni alternative e complementari possano coesistere e determinare il pregio del quadro d’insieme.
Studiando opere che raccontano e descrivono il cambiamento, riproducendo formalmente lo stordimento e la dispersione che ne sono effetto, siamo approdati a ragionare delle persistenze, di quanto sopravvive e continua ad esprimersi come elemento distintivo. La nostra analisi si è così soffermata su atteggiamenti, comportamenti e principi che nei romanzi mantengono la propria solidità pur messi alla prova, e anzi si rafforzano attraverso le vicissitudini.
Le opere, laddove frammentano e separano, evidenziano anche possibilità inedite e inaspettate di ricongiunzione, e in questo è riconoscibile la loro seconda azione fondamentale.
Una traccia in questo senso è emersa, all’esame dei testi, nei comportamenti e nelle modalità in base ai quali, anche senza riuscire a risolvere situazioni estreme e complesse, è possibile introdurvi dei miglioramenti che le rendano più ospitali e gestibili.
Abbiamo ripercorso gli itinerari che, pur attraverso il disorientamento e l’impossibilità di comprendere, o proprio grazie ad essi, portano a una conoscenza ancorata su elementi specifici: magari provvisoria e imperfetta, ma determinante per riuscire a valutare le azioni da compiere e la parte da cui schierarsi. In questa conoscenza abbiamo scorto, ad esempio, la possibilità di incrinare e ridefinire pregiudizi che pure potevano essere diffusi, solidi e radicati.
La natura singolare delle relazioni interpersonali, approfondita, ha mostrato un risvolto in cui la solitudine e l’abbandono sono continuamente riscattati dalla possibilità di istituire legami fuori dall’ordinario, che addolciscono l’egoismo e la frustrazione, dando vita a comunità basate sulla volontà di prendersi cura.
Le vicende romanzesche delineano dei contraltari costruttivi alle condizioni di spaesamento e incertezza provocate dal cambiamento: gli itinerari esistenziali presi in esame dichiarano infatti che è possibile gestire queste condizioni assumendo su di sé la responsabilità di scelte e comportamenti autonomi. Nei testi abbiamo individuato il messaggio secondo il quale, quanto più il contesto rifugge dagli schemi comprovati dall’abitudine, tanto più è possibile dispiegare la propria libertà nel decidere, ricorrere al proprio coraggio di agire perché lo si ritiene giusto e non perché si intravedono garanzie di successo o dell’approvazione altrui.
Infine, seguendo i numerosi spunti offerti dai testi sul piano metaletterario, abbiamo raccolto le indicazioni del ruolo al tempo stesso discreto e definitivo che hanno le storie nel suggerire riflessioni e proporre nuove chiavi interpretative. Attraverso i diversi esempi forniti, emerge nei testi la solida concezione autoriale in base alla quale i racconti sono capaci di rafforzare la vicinanza fra gli individui e creare legami che durino nel tempo, possono promuovere l’iniziativa e invitare a prendere posizione.
Dopo esserci a lungo interrogati sulle modalità con cui gli scrittori perseguono il rinnovamento auspicato per la letteratura in generale e, nello specifico, per le proprie opere, in chiusura possiamo affermare che i Wu Ming compiono il proprio mandato culturale e sociale mostrando l’insufficienza della logica della giustapposizione. Non si limitano infatti a decostruire ed innovare, riproducendo la natura oltremodo caotica del contesto a cui appartengono. Volendo superare le destabilizzazioni momentanee, essi propongono un assetto valoriale radicato nella disponibilità dei singoli alla conoscenza e a farsi interpreti attivi dei propri contesti di appartenenza. Ritraggono l’importanza di svolgere il proprio ruolo a favore e all’interno di comunità che siano legate da criteri ben più labili e transitori di quelli tradizionali, ma la cui influenza positiva costituisce a maggior ragione un punto di forza per coloro che ne fanno parte.
Possiamo così affermare che il collettivo dispone compiutamente la pratica letteraria come proposta di possibilità e di valori persistenti alla perdita di punti di riferimento; possiamo individuare nei romanzi un messaggio di resistenza all’accettazione passiva di una realtà profondamente instabile e cangiante.
Le conclusioni solide raggiunte si basano tuttavia sulla consapevolezza di rispecchiare un panorama letterario in evoluzione. Sappiamo che le tendenze e le caratteristiche descritte in questa tesi potranno infatti venir reiterate nei prossimi testi che il collettivo darà alle stampe, ma che probabilmente saranno corrette o interrotte almeno in parte, per lasciar posto a nuove forme di sperimentazione ed esigenze comunicative. Abbiamo così voluto predisporre un impianto analitico e argomentativo che si prestasse, per la sua flessibilità, ad essere ampliato, permettendo di includere la disamina di altri testi, stabilendo un confronto proficuo con quanto già messo in luce.
Lo dimostra l’esame di Proletkult, confluito nella tesi quando la redazione era già avanzata. Quest’opera più tarda si allontana sotto numerosi aspetti dalle precedenti, e le distinzioni includono tanto le forme del racconto quanto i motivi che contrassegnano la vicenda. Ciononostante il suo inserimento non ha comportato una cesura all’interno di uno studio che aveva sempre voluto distinguere e valorizzare l’evolvere diacronico delle caratteristiche dei romanzi.
Inoltre, l’approccio utilizzato, volto non solo a recepire gli elementi di evidente coerenza, ma a rintracciare le istanze comunicative di fondo, sottese alle diverse declinazioni formali, può consentire di reperire somiglianze meno eclatanti e tuttavia centrali. Un esempio di ciò è costituito dall’individuazione di analogie sulla portata rivoluzionaria dei fenomeni in atto, anche in un testo apparentemente distante dagli altri come 54, in cui vengono raffigurati prevalentemente scenari postbellici e pacificati. In questo caso, infatti, la metodologia seguita ci ha portati a riconoscere l’importanza narrativa dell’innovazione tecnologica descritta, la cui influenza ha risvolti notevoli anche sul piano culturale e sociale.
L’impianto così strutturato può prestarsi come base per un confronto rinnovato con romanzi successivi degli stessi Wu Ming, con loro opere soliste e con testi di scrittori contemporanei vicini quanto a sensibilità ed esigenze espressive. Potrà anzi essere valorizzato da innesti critici successivi.
Riferendosi ad autori che si pongono come interpreti accurati e consapevoli del panorama narrativo contemporaneo e del suo rinnovamento, la nostra ricerca ha voluto compiere un bilancio, per quanto provvisorio, dei risultati che costoro hanno realizzato. Ha permesso di focalizzare in maniera sistematica i termini chiave delle loro opere, la pregnanza dei temi affrontati e l’entità dei messaggi trasmessi. Ci auguriamo che possa fornire uno spunto e un utile termine di paragone per studi rivolti alla creatività e alla vitalità della letteratura italiana più recente.
Letizia Giugliarelli, Op. cit., pp. 380-384

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.