Il partigiano Fragola Doria

Di Armando “Fragola Doria” Izzo (Afragola, 12 giugno 1916 – Afragola, 19 dicembre 2004) si provvede nella presente occasione a fornire qui di seguito una biografia più completa, mutuata da Wikipedia.

Si laureò in legge pochi giorni prima che venisse chiamato con la leva obbligatoria a combattere nella zona di Mentone con il grado di sottotenente. Cominciò subito a lavorare per il Tribunale Militare di Guerra della quarta Armata a Breil-sur-Roya, e proprio grazie a questa esperienza cominciarono a maturare in lui forti dubbi sul momento politico italiano nel quale viveva. Dopo l’8 settembre 1943, avvenuto l’armistizio, con l’aiuto di maquisards francesi, Izzo riuscì a fuggire e, attraverso i passi alpini, giunse a Cima di Marta e quindi prese dimora a Triora.
Armando Izzo detto “Fragola Doria”

Entrò nelle formazioni partigiane col soprannome di “Fragola Doria” (il soprannome serviva a non essere identificati dai fascisti, nel suo caso fu chiamato “Fragola” perché di Afragola, “Doria” per il colore dei capelli, in realtà più rossi che dorati). Inizialmente fu inquadrato nella IX Brigata “Felice Cascione” comandata da Vittò (soprannome di Guglielmo Vittorio) e successivamente nella V Brigata d’assalto “Luigi Nuvoloni”, partecipò a numerose azioni contro i nazifascisti come ufficiale alle operazioni. Distintosi per il coraggio e per lo sprezzo del pericolo, a Dicembre del 1944 prese il comando della V Brigata, sostituendo Vittò, passato a dirigere la II Divisione F. Cascione; tenne il comando fino alla Liberazione. Tra l’altro diresse l’attacco a Breil, fece saltare il viadotto tra Digne e Nizza, appena ricostruito dai tedeschi, partecipò all’occupazione di Pigna, contribuendo alla nascita della Libera Repubblica di Pigna. Insieme a Don Peitavino (Silla) di Isolabona fu il creatore e l’animatore del giornale “Il Garibaldino”, stampato a Realdo. Tra i redattori del giornale vi fu anche Italo Calvino, allora giovane aderente alla lotta partigiana proprio nella V Brigata.

L’8 ottobre 1944 fu ferito gravemente in località Prealba vicino Pigna, durante uno scontro a fuoco con i tedeschi; ritenuto morto, furono celebrati i suoi funerali. Era stato invece trovato da abitanti del luogo e portato in una baita in alta montagna, dove fu curato. Riprese la lotta fino alla Liberazione. Alla fine della guerra, con altri suoi compagni di lotta dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia), si prodigò per istituire a Sanremo una scuola post-bellica, il Convitto-Scuola Luigi Nuvoloni. La sede fu l’ex consolato tedesco in viale Carducci; il convitto ospitò per tre anni centinaia di protagonisti della lotta armata, che ebbero così la possibilità di conseguire il diploma alberghiero, di geometra, di perito tecnico, di ragioniere.

Tornato nella sua città, continuò il suo impegno civile, prima come Sindaco di Afragola, poi come consigliere provinciale. Non dimenticò mai il periodo della lotta partigiana, tanto da tornare spesso nella zona di Imperia per incontrare i suoi compagni partigiani.

Nel 1959 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi gli conferì la medaglia d’argento al valor militare (N° d’ordine 2689 – 16 aprile 1959) con la seguente motivazione:
    « Fin dagli inizi partecipava al movimento di liberazione segnalandosi subito per le sue capacità militari ed organizzative e per il suo personale coraggio. Durante un accanito combattimento contro il nemico notevolmente superiore in forze, che cercava di occupare un’importante posizione tenuta dal suo reparto, alla testa dei suoi uomini contrattaccava decisamente l’avversario infliggendogli dure perdite. Nel corso dell’operazione pressoché circondato da un altro reparto nemico sopraggiunto, non perdeva la calma e, per quanto ferito, riusciva a fronteggiarlo col fuoco, dando così modo ai suoi uomini di ripiegare combattendo su una posizione retrostante. Zona di Imperia – Pigna, settembre 1943 – 8 ottobre 1944 »

Il 19 maggio 1964 il Presidente della Repubblica Antonio Segni ha conferito ad Armando Izzo l’onorificenza di grande ufficiale ordine al merito della Repubblica Italiana.

Il 25 aprile 2002 il paese di Castelvittorio in Valle Nervia (Imperia) gli conferì la cittadinanza onoraria. In quell’occasione un centinaio di protagonisti della Resistenza ligure si erano dati appuntamento per consegnare all’ex comandante partigiano la medaglia d’onore “Uniti per la libertà” coniata dallo scultore Renzo Orvieto, a sua volta partigiano.

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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