La peste nera nella zona di Ventimiglia: cenni

La peste del 1348 nell’estremo Ponente Ligure lasciò come conseguenza che dopo dieci anni ancora gran parte del territorio agricolo del contado intemelio era in crisi.
Secondo alcuni interpreti il morbo sarebbe stato introdotto dalla Provenza.
Altri, tenendo conto dei commerci centralizzati sul porto canale di Nervia di Ventimiglia, ipotizzano un contagio portato, come nel caso di Marsiglia, da qualche nave genovese, sì da sostenere con qualche fondamento, che il Male sia risalito per le vie del Sale e la Strada del Nervia fin nel Basso Piemonte dove peraltro si manifestò un anno più tardi che nel resto d’Italia, verso il pieno 1349.
Dal MARTIROLOGIO trecentesco si apprende che l’ epidemia dapprima era giunta nella valle (1347) e successivamente in Ventimiglia (20 aprile 1348) e quindi nelle sue ville, dove si sarebbe conclusa un anno dopo (1349) rispetto a Dolceacqua, Pigna ed altri borghi.
In assenza di barriere sanitarie la diffusione del morbo procedeva quindi sulle linee commerciali e questa anticipazione di contagio in val Nervia sembrerebbe da collegare all’intensità di commercianti da terre lontane che vi giungevano, in numero superiore che a Ventimiglia città murata, procedendo per la via di sublitorale o risalendovi dopo esser giunti per mare all’approdo di Nervia.
Negli agri vallivi, a differenza che nella mercantile Ventimiglia e nell’area marinara di Bordighera, si viveva soprattutto di agricoltura e zootecnia. Le terre inaridirono presto perché la popolazione temeva, lavorandole, di esporsi al contagio. Divennero deserte anche le bandite dei pastori, si arrestò la transumanza, molti animali rimasti senza cure o morirono o, fuggendo, ritornarono allo stato selvatico.

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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