Ai tempi ellenistici e durante l’Impero Romano le grandi città, come Alessandria e Bisanzio, costruirono enormi cisterne.
A Bisanzio la più grande misurava 141×73 metri e aveva 420 colonne.
Ancor oggi le grandiose cisterne di Valente (364-78) e di Giustiniano (527-65) riforniscono d’acqua Istanbul.
Oggi non ci si rende conto dell’effettivo utilizzo, molto diffuso nell’antichità, dell’acqua piovana: l’unica funzione delle cisterne era quella della raccolta e della riserva sotterranea dell’acqua e, di conseguenza, non furono stabilite norme particolari relative al loro aspetto esteriore.Le forme delle cisterne potevano essere molto diverse; la gamma delle varianti ha più interesse storico che estetico.
Benché espressioni come “cisterne teatrali”, limitate a situazioni particolari, o “cisterne navali”, inducano a supporre che le cisterne avessero più funzioni, le cisterne vere e proprie servivano soltanto alla raccolta dell’acqua.
Dal punto di vista della tecnica idraulica, tutti i bacini di raccolta posti al termine di una conduttura vanno distinti dalle cisterne e sono in realtà dei semplici serbatoi, come ad esempio la cosiddetta Piscina Mirabilis o i famosi serbatoi d’acqua di Costantinopoli, che nonostante le loro dimensioni vengono sempre qualificati come cisterne.