Nel vecchio giardino senza le vecchie voliere scomparse

Una decina di anni fa, dopo la partenza definitiva dell’ultimo rappresentante di una famiglia di cacciatori, noi sorelle abbiamo raccolto sparse in cantine e soffitte polverose decine e decine di vecchie gabbiette di legno.
Avevano la mangiatoia e il vasetto di coccio legato con un filo di ferro per l’acqua dove i poveri volatili cercavano faticosamente di fare il bagno.
Molte avevano anche una copertura di tela oscurante.
Prima dell’inizio della caccia venivano chiuse in una specie di armadio.
Il nonno teneva merli, croceri (pitapin) lugherini, al buio, così una volta nel bosco, con il ritorno della luce, i disperati, felici avrebbero cantato a squarciagola.
Il loro canto una trappola mortale per fratelli di piume.
Da un canto di gioia ad una canto di morte.
Quando il babbo tornava dalle battute e orgoglioso posava sul tavolo della cucina quei poveri esseri impiccati negli anelli che portava appesi alla cintura, guardavamo con tristezza quelle splendide piume che ormai non servivano più a volare.
Passare la mano su quei corpi immobili privi di calore stringeva il cuore di noi bambine.
La mamma aveva l’ingrato compito di spiumarli e sventrarli.
Ma alle mogli avevano insegnato ad obbedire.
Seguiva poi l’odore acre della bruciatura (per strunazzarli) sulla fiamma accesa con alcool per eliminare i residui delle piume.
Una volta cucinati arrivava la tortura di dover ingoiare quella carne scura e amara dietro minacce.
Avevamo per fortuna degli alleati.
Zazà e Tobia.
I due cani da caccia.
Fingevamo di metterla in bocca e non viste c’era chi sotto il tavolo pronto apriva la sua.
Arrivato il giorno dell’eliminazione di quei riti ancestrali, delle piccole gabbiette abbiamo fatto un bel falò per chiudere almeno ai nostri occhi un’usanza così crudele.
Ora nel vecchio giardino, senza le vecchie voliere scomparse, appese ai noccioli dondolano mangiatoie che invitano cinciarelle, cince, sylvie, fringuelli, codirossi, capinere.
Fanno quello per cui sono stati creati.
VOLANO.
Gris de lin

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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