Oneglia: cenni di storia antica

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Per tutto il 1200 la storia della Ripa Uneliae (oggi Oneglia di Imperia) si identifica con quella del “castrum” nella cui chiesa matrice erano svolte le pratiche più importanti di vita civile e religiosa.
La “Riva” venne stabilmente insediata fin dal medioevo ed un nucleo marittimo si evolse alle pendici del Capo Berta (Borgo Peri), dove i Benedettini fondarono la chiesa di San Martino, oggi scomparsa.

Il centro fiorì specialmente nella seconda metà del Quattrocento quando vi prese dimora Domenico Doria.

La fondazione, nel 1470, del convento e della chiesa degli Agostiniani in località Galita (andati poi distrutti nella prima metà dell’Ottocento) conforta l’idea di un insediamento in fase di crescente sviluppo.

 

La contrastata costruzione del castello (1488) sorto sul lato occidentale dell’abitato e delle mura cittadine, mise il Doria e il “luogo” (come allora si nominavano tutti i centri demici ad eccezione di Genova, unica ad essere definita “città”) al centro di contrasti con gli Sforza in quel tempo signori anche dalla repubblica di Genova.

 

Il castello e le mura furono in parte distrutti, ma, morto il Doria nel 1505, vennero presto ricostruiti.

 

La chiesa che aveva in aderenza sul lato destro l’oratorio di S. Maria della Pietà, luogo in cui si riunirono “a parlamento” gli Onegliesi per far giuramento di fedeltà ai Doria, divenne parrocchiale nel 1513 con il trasferimento da Castelvecchio dell’intero capitolo.

Nella seconda metà del ‘500 la famiglia Doria decise, essendo i rapporti con la comunità onegliese assai difficili, di mettere vendita città e distretto.

I Savoia, che cercavano di dotare il proprio stato di un comodo sbocco sul mare (e non si dimentichi che con minor fortuna svolsero questa pressione sull’agro ventimigliese relativamente alla via del Nervia quanto a quella del Roia ove al loro espansionismo nel XV sec. Ventimiglia -per parte di Genova- aveva opposto i suoi forti e l’importante colonia di Airole), colsero la favorevole occasione e nel 1576 ne divennero proprietari.

Tuttavia, a causa dei difficili collegamenti con il Piemonte e per la mancanza di un porto naturale, Oneglia si rivelò poco adatta ad assolvere i compiti assegnati: ed anche per siffatta ragione non venne mai meno la pressione anche diplomatica esercitata dai Savoia sull’area di Ventimiglia, sfruttando la loro importante base di Pigna al capo settentrionale della val Nervia.
I Savoia in un primo tempo progettarono la costruzione di una darsena, ma in seguito al potenziamento del porto di Nizza il progetto venne abbandonato.

Fu riproposto verso il 1670 dopo l’incerta guerra con Genova del 1625 e quindi poco prima del conflitto del 1672 che comunque avrebbe riproposto sia l’importanza della base militare di Oneglia che la sua difficile posizione strategica.

Verso il 1698 si ipotizzò l’edificazione di un molo, ma nulla si concretizzò: soltanto nel 1825 la cittadina, in virtù di un lascito privato, fu in grado di realizzare un molo verso occidente.
Nel Sei-Settecento la città conobbe un discreto sviluppo calcolando i tanti assedi che subì.

Un cenno particolare meritano gli eventi della Guerra di successione al trono imperiale d’Austria: si contrapposero nel Ponente Ligure grandi forze di alleati Franco-Spagnoli contro gli Austro-Piemontesi, pur essendo ufficialmente neutrale Genova (anche se nascostamente favorevole alla Spagna), sul cui terreno pur si combatteva.

Molte spie e osservatori, anche specializzati “cartografi di guerra” spiarono, reciprocamente, il territorio ora dell’una ora dell’altra parte.

A proposito di Oneglia è da citare la carta, attribuita fra molti dubbi all’Accinelli e conservata a Bordighera in collezione privata, intitolata PRINCIPATO DI ONEGLIA SPETTANTE AL RE DI SARDEGNA E VIA CHE CONDUCE DA MONACO AD ONEGLIA.

Documenti come questo erano utili agli ufficiali di guerra, specie se stranieri e poco pratici dei luoghi come il comandante generale austro-sardo Barone di Leutrum.

Nei primi tempi della guerra di Successione Austriaca nel Ponente Ligure le truppe spagnole del generalissimo Las Minas, fra altre conquiste, presero anche ONEGLIA, ma non riuscirono ad andare oltre questa importante città vista la resistenza dei carabinieri piemontesi ritiratisi con ordine sulle alture e peraltro protetti dal mare dalla flotta dell’Inghilterra, alleata di Austria e Piemonte, che cannoneggiava continuamente le armate francese e iberica.

In seguito, mutate le sorti militari, gli Austro-Sardi ripresero Oneglia facendo di questa città una formidabile base per una loro inarrestabile avanzata sin ai forti di Ventimiglia dove si stavano ritirando e asserragliando le ancora potenti forze nemiche: ma da quel momento, fino agli eventi della Rivoluzione francese, la città di Oneglia sarebbe sempre rimasta nelle salde mani dello Stato Sabaudo che nei suoi riguardi e in quelli dei suoi coraggiosi cittadini dimostrò una cura particolare.

Importante in particolare fu la ricostruzione nel 1739 della chiesa parrocchiale.

di Bartolomeo Durante da Cultura-Barocca

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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