Ospedaletti e Coldirodi: cenni storici

Nel 1537 il geografo Agostino Giustiniani descrivendo la Diocesi ed il territorio intemelio, aveva scritto: “e poi in distanza di tre miglia da Bordighera l’Hospitaletto con un piccolino porto chiamato l’Hospitaletto nominato Rotta, che impone fine alla ditione [area territoriale] di Ventimiglia”.
I magistrati genovesi, detti Supremi Sindicatori, redigendo nel 1629 un censimento dello stesso territorio per ragioni fiscali annotarono:”e poi in distanza di tre miglia l’Hospitaletto con un picolino porto nominato Rotta, verso S.Remo che impone fine alla ditione [leggi giurisdizione] di Ventimiglia”.

I Benedettini di S.Ampelio dovettero esercitare un deciso controllo su QUESTA ZONA e realizzarvi alcuni loro impianti di varia natura.
L’antica chiesa di Nostra Signora della Rota, nell’area tra Bordighera ed Ospedaletti, dipendeva dal monastero di S. Ampelio ed aveva annesso un ospedale “Prossimo alla marina” come si apprende dalla richiesta di “Patronato” [sostegno materiale e spirituale di un organismo ecclesiastico: nel caso si chiese ed ottenne di assegnare questa proprietà ecclesiastica al patronato dell’abbazia di S.Fruttuoso di Capodimonte (XIII sec.) voluta dai Doria che vi tenevano un sepolcreto di famiglia e realizzata addossando l’edificio nuovo ad uno preesistente ed in degrado del X secolo] fatta da Oberto Doria a Papa Bonifacio VIII, con risposta apostolica d’assenso del 13 XI 1296.

Nella richiesta del 1296 dei Doria di Patronato della chiesa di N.S. della Rota si fa cenno al degrado di questa porzione dei beni di S.Ampelio, forse per dimostrare qual poca cura ne avessero ormai i Canonici del Capitolo intemelio, successi ai Benedettini (ma non bisogna dimenticare che, un ASPRO PERCORSO di fatto realizzato seppur poi ben poco usato per la sua durezza, avrebbe consentito ai Doria – ed ai pellegrini di Terrasanta – di accedere dal Castello di Dolceacqua alla Chiesa di N.S. della Rota [ed in particolare al suo sicuro, prezioso approdo marittimo, utilissimo anche per commerciare] senza dover passare per Nervia di Ventimiglia e quindi pagare pedaggio a questa comunità specialmente per l’esportazione marinara dei prodotti tipici del loro territorio quali soprattutto VINO ed OLIO.

Questi sono forse i dati più esaurienti su un’area piuttosto estesa (dalla “Madonna della Ruota” ad Ospedaletti ed ancora a COLDIRODI) a riguardo della quale son poi fiorite storie che hanno coinvolto i Cavalieri Gerosolimitani od OSPITALIERI destinato ad assumere poi il nome di “Ordine dei Cavalieri di Rodi” e poi di “Cavalieri di Malta” .
COLDIRODI è comunque località su cui ancora molto è da indagare visto che sussistono ampi margini di ricerca: e nonostante il centro sia stato in rapporto spesso competitivo e non sempre di inferiorità con Sanremo come accadde nel 1753 e per quanto la storia del borgo abbia spesso interagito tanto con quella di Bordighera che di Ospedaletti e Sanremo soprattutto nel XVII secolo quando esso divenne, anche perché poco difeso, uno dei bersagli preferiti dei pirati turcheschi che vi venivano a far razzia e a catturare schiavi.

CAVALIERI DI RODI, cui da qualcuno è stata attribuita l’erezione della chiesa della Rota o Ruota, in realtà non ebbero niente a che fare con essa, già tanto antica nel XIII sec., dato che essi rappresentarono solo una tarda emanazione degli OSPITALIERI O CAVALIERI GEROSOLIMITANI che, impadronitisi dell’isola di Rodi, nel 1310 presero nome proprio da quest’ultima, fino alla loro trasformazione in CAVALIERI DI MALTA nel 1522.

L’Ordine monastico-cavalleresco dei GEROSOLIMITANI (detti anche OSPITALIERI o GIOVANNITI od ancora CAVALIERI DELL’OSPEDALE DI S.GIOVANNI fondato nel 1120 da Raimondo du Puy e da altri crociati in Terrasanta) nel 1180 contava circa 600 adepti e questi in effetti anche in Europa ed Italia organizzarono strutture di ricovero e carità.
E’ quindi possibile che avessero qualche loro casa anche in territorio intemelio (donde si usava partire in nave per la Terrasanta od anche per linea di terra verso i Santuari delle Spagne come S.Jacopo di “Compostella”), pur se il nome di luogo “l’hospitaletto” non può suggerirci nulla di concreto su tale ipotesi per l’alto numero di “hospitales” presenti nel ventimigliese verso metà XIII secolo: del resto è anche plausibile che la zona di Ospedaletti possa aver preso tal suo nome per il semplice fatto che l’unico edificio locale di una certa rilevanza rimase, per molto tempo, solo un piccolo ospedale.

Secondo una tradizione che non manca affatto di fondamento è possibile che i CAVALIERI GEROSOLIMITANI abbiano preso controllo della località in accordo con Genova nel XIV sec. e che ad essi sia attribuibile la CAPPELLA DI S. ERASMO ove è conservata un’anfora romana e un’antica ancora ripescate nell’antistante baia: peraltro questa considerazione permette di non considerare l’erezione, ad opera dei TEMPLARI, dell’intemelio OSPEDALE DEL TEMPIO come una sorta di “cattedrale nel deserto” ma, tenendo anche conto dell’istituzione di “OSPEDALI DEI CAVALIERI GEROSOLIMITANI” presso gli approdi di PORTO MAURIZIO e di OSPEDALETTI, di sostenere che nel Ponente ligure accanto a STRUTTURE OSPEDALIERE DI MATRICE PAUPERISTICA o di pendenti dal CAPITOLO DELLE CHIESE CATTEDRALI si fossero evoluti, al tempo dei grandi pellegrinaggi del XII e soprattutto XIII secolo strutture gestite da importanti ORDINI CAVALLERESCHI.

Si può poi supporre pure un’influenza abbastanza tarda della loro emanazione, cioè i CAVALIERI DI RODI, sull’ “hospitaletto” ed in qualche modo potrebbe essere ravvisata nel nome di luogo “Val de Roi” ripreso nel ‘600, dal notaio di Cosio Castaldi, che col toponimo “Vall(on) di Rodi”, vale a dire COLDIRODI, indicò l’area vicina all'”hospitaletto”, che nel XVI sec. contava appena 12 “Fuochi” o nuclei di famiglia, per un totale di circa 50 persone [alla stessa stregua per PORTO MAURIZIO si può pensare che i CAVALIERI DI MALTA, a loro volta emanazione dei Cavalieri di Rodi, abbiano poi ripreso possesso di quelle strutture e proprietà che appartenevano al loro Ordine cavalleresco anche se esso, quando furono istituite, aveva il nome originario di ORDINE DEGLI OSPITALIERI GEROSOLIMITANI].

Ispirandosi a questa attendibilissima versione si può affermare che a Ospedaletti la CHIESA DI S. ERASMO venne costruita al tempo dei pellegrinaggi della fede del XIII secolo e che fu realmente intitolata a S. GIOVANNI BATTISTA: fatto che sembra di notevole interesse visto che i GEROSOLIMITANI, ancor prima delle Crociate avevano eretto a Gerusalemme una CHIESA CON OSPIZIO INTITOLATA A S. GIOVANNI BATTISTA.

In definitiva nell’arco di un periodo alquanto significativo per la storia del Ponente ligure (caratterizzato dalla PRESENZA, a volte anche criminale, di Cavalieri vari) non è da escludere che Ospedaletti sia stato prima un attracco marinaro tipico di un insediamento che aveva il suo capoluogo in Coldirodi e che poi, come spesso accadeva, presso questo porto, sempre più fervente di attività (e non si dimentichi come i Doria di Dolceacqua ne avessero chiesto reiteratamente il il controllo) si siano sviluppate altre strutture, tra cui un ospedale destinato ad accogliere i tanti viandanti dei pellegrinaggi di fede: ecco allora che, alla radice dei fatti, Coldirodi avrebbe potuto ben essere un insediamento frequentato da Cavalieri e Crociati che magari vi soggiornavano prima di intraprendere un viaggio per mare: del resto, stando anche alla lettura degli atti del duecentesco notaio di Amandolesio che operò a lungo in Ventimiglia e territorio gli Ospedali erano soprattutto luoghi di accoglienza per poveri, malati e pellegrini di non alta condizione.

da Cultura Barocca

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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