Pierro sapeva depistare i suoi lettori

Negli ultimi quindici anni Albino Pierro inizia a concedere alle stampe più volentieri raccolte del passato che non sillogi inedite. Volendo fare di questo periodo un bilancio anzitutto in termini editoriali, si può affermare che il poeta pubblica solo quattro sillogi inedite. Infatti nell’antologia “Tante ca pàrete notte” confluiscono le ventirè poesie edite in tre differenti miscellanee di versi tursitani e saggi critici, pubblicate agli inizi degli anni Ottanta in occasione di altrettante celebrazioni della poesia di Pierro, “Dieci poesie inedite in dialetto tursitano”, “Ricordi a Tursi” e “Ci uéra turnè” <152.
Per leggere nuovi versi tursitani occorre attendere dieci anni, poichè nel 1992 viene pubblicata l’ultima raccolta edita vivente il poeta, “Nun c’è pizze di munne” <153. Escono postume due raccolte: la prima, “La voce di un paese: poesie edite e inedite”, contiene in realtà solo dodici testi inediti, presentando le maggiori novità a livello paratestuale, in quanto esito ultimo della collaborazione tra un Albino Pierro, entuasiasta di questo nuovo progetto editoriale, ed il fotografo Enzo Palermo. La seconda silloge postuma, “Poesie per il 1983: diario inedito”, è il frutto del lavoro filologico compiuto da uno studioso come Luciano Formisano su un’agenda di poesie scritte a mano dal poeta e datate 1983 <154.
Quest’ultima raccolta in particolare offre l’occasione per additare il problema della sfasatura tra la data di pubblicazione delle poesie e quella di composizione, problema ulteriormente complicato dall’abitudine del poeta di ritornare sui propri versi anche a distanza di anni ed apportarvi varianti. Questo dato, evidente ad una mera osservazione dei manoscritti, è stato rilevato dallo stesso Formisano, che ha tentato una ricostruzione delle datazioni e delle varianti per la parte da lui curata <155.
Segnatamente al periodo in questione, è opportuno rilevare che le “Poesie per il 1983” «colmano, di fatto, il vuoto di poesia tra il parzialmente ripetitivo “Si pò’nu jurne” e il non esattamente nuovo “Nun c’è pizze di munne”, a ulteriore conferma di come Pierro sapesse depistare i suoi lettori» <156.
Al di là delle quattro raccolte citate, a questi anni appartengono solo rielaborazioni antologiche <157. La mole di pubblicazioni di Pierro nell’ultimo quindicennio è, dunque, incomparabilmente inferiore rispetto agli anni immediatamente precedenti.
Agli studiosi di domani toccherà certamente il compito di verificare fino a che punto a questa fase di stallo da un punto di vista editoriale corrisponde un blocco dello scrittore o se, molto più probabilmente, testi inediti attendono di essere pubblicati per colmare i vuoti cronologici. Parimenti occorrerà verificare le date di composizione dei testi e le eventuali varianti.
Un dato appare, tuttavia, particolarmente rilevante: le ultime raccolte di Pierro approfondiscono quel confronto con linguaggi diversi da quello della poesia, che è il trait d’union tra sillogi italiane e tursitane, in moltissimi casi corredate da un consistente apparato paratestuale.
Negli anni della maturità, l’accostamento tra la parola poetica e quella critica dà origine alle suddette miscellanee di testi inediti e saggi, miscellanee rese ancor più importanti dall’essere Pierro un poeta che ha riconosciuto alla critica un ruolo quasi terapeutico, come si evince da una sua testimonianza:
“Non spetta a me di sottolineare il grande e proficuo lavoro che la critica ha svolto sulla mia opera. Posso solo essere contento che si sia trattato dei critici migliori. […] I critici non mi condizionano, ma mi aiutano a capirmi” <158.
Di lì a poco il confronto tra confronto tra la parola poetica e l’immagine, accettato dal poeta sin dal suo lontano esordio in italiano, verrà rinnovato grazie alla collaborazione tra il poeta e il fotografo Enzo Palermo, che ripetutamente torna nel luogo d’origine della poesia di Pierro, Tursi, per restituire ai lettori della poesia di Pierro «la voce di un paese», già vivo nei versi di Pierro, attraverso le proprie foto.
È rilevante il fatto che un poeta giunto all’apice della carriera e del successo, come testimoniano le celebrazioni tributate negli ultimi anni alla sua opera, accetti la sfida rappresentata dal confronto con altri linguaggi, segno questo di una inesausta ricerca di senso:
“La ricerca e la scoperta di un senso hanno con i vari e diversi linguaggi un rapporto «trascendentale». In essi, nei diversi linguaggi, l’orizzonte del senso trova solo possibili saturazioni, necessarie nel loro insieme, ma, se i linguaggi si considerino singolarmente, solo possibili e solo contingentemente reali. Come si sa, quest’idea fu la radice della sofferta ricerca artistica multilinguistica di Pier Paolo Pasolini” <159.
[NOTE]
152 Dieci poesie inedite in dialetto tursitano, seguite da Indagini e testimonianze, a c. di Alfredo Stussi, Lucca, Pacini, 1981. Ricordi a Tursi: feste e calamità. Poesie inedite, in «Poliorama», 1982, 1, pp. 294-321. Ci uéra turnè. Vorrei ritornare. Poesie nel dialetto di Tursi tradotte in italiano dall’autore seguite da scritti di Nino Borsellino, Mario Sansone, Antonio Piromalli, Ravenna, Edizioni del girasole, 1982; Albino Pierro, Tante ca pàrete notte, introduzione di Donato Valli, Lecce, Piero Manni, 1986.
153 Albino Pierro, Nun c’è pizze di munne, Milano, Mondadori, 1992. Due poesie di questa raccolta, Nun c’è pizze di munne e Avìn’ a i’èsse di foche, vengono pubblicate con varianti in Gianfranco Folena, Com’a nu frete, cit. pp. 83-87.
154 Albino Pierro, Enzo Palermo, La voce di un paese: poesie edite e inedite, pref. Tullio De Mauro, Vibo Valentia, Qualecultura, 1996. Albino Pierro, Poesie per il 1983: diario inedito, a c. di Luciano Formisano, Bologna, In forma di parole, 1999.
155 Cfr. Luciano Formisano, Introduzione, cit. pp. 13-20.
156 Luciano Formisano, Introduzione, cit. p. 13.
157 Si pó’ nu jurne. Poesie in dialetto lucano di Tursi, Torino, Gruppo editoriale Forma, 1983. Poesie tursitane, a c. di Nicola Merola con quattro disegni a colori di E. Treccani, Venezia, Edizioni del Leone, 1985. Un pianto nascosto. Antologia poetica 1946-1983, a c. di Francesco Zambon, Torino, Einaudi, 1986.
158 Albino Pierro in Pasquale Falco, Intervista ad Albino Pierro, cit. pp. 6, 9.
159 Tullio De Mauro, Sensi, parole, immagini, in La voce di un paese, cit. p.7. Per le celebrazioni dell’opera di Pierro si veda Emerico Giachery, Un anno di grazia per la poesia di Albino Pierro, in «Otto/Novecento», 1994, 1, pp. 207-213. Tra i riconoscimenti di questi anni, va ricordata la candidatura al Premio Nobel per la letteratura. Sulla vicenda legata all’assegnazione del prestigioso premio si veda anche Mario Nati, Professori in feluca, Napoli, Alfredo Guida editore, 1994.
Mariagrazia Palumbo, Il sogno del poeta. Lettura dell’opera di Albino Pierro, Tesi di Dottorato, Università degli Studi della Calabria, Anno Accademico 2005/2006

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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