Appena arrivato ieri a tarda mattina lassù mi hanno detto di andare a vedere le rose coltivate in serra dal padrone di casa. Sono quasi tutti floricoltori o commercianti del settore. Qualcuno in pensione. Esperti, dunque. Sostengono che é raro vederne di così grandi. Mi é stato rivolto un caldo invito a fotografarle. Buona la prima, va’!
Forse l’immagine che precede é stata l’ultima che sono riuscito a realizzare. Poi sino a sera belle discussioni, da ultimo molto revival con l’ottimo anfitrione, che non mi lasciava più venire via, e con il bravo cuoco, che, quando vuole, i colpi non li perde ancora.
Si era a Villatella, frazione di Ventimiglia, sotto il Grammondo (1.010 metri d’altezza). Veramente, la campagna in questione é un po’ più in alto e a sud, rispetto al paese: dove si vede ancora una propaggine della più meridionale Cima Longoira.
Eccola qui!
Uno scorcio della Val Bevera nell’inquadratura che precede. Pur pensando di essere in ritardo, qualche fotografia all’andata ero riuscita a farla!
Per dire, questa é l’unica immagine che ho ricavato ieri della zona di Latte (a sinistra in alto per chi guarda, piccolo, Castel d’Appio), dove risiedono la maggior parte dei commensali.
Comunque, anche se non sono poi tante, rispetto alle mie abitudini, le fotografie che ho fatto, se aggiungo tutte le cose dette ieri, di materiale su cui ancora riflettere ne ho in abbondanza.
Non abbiamo più parlato delle rose, però …
L’asperità di queste terre,dove affondano le mie radici,evidentemente non impedisce alle rose di crescere così splendide e rigogliose.Sì, d’accordo,sono di serra, ma il terreno è quello.
Ciao Adriano.
Mi confermi – e ne sono lieto – quanto mi accennava ieri sera mio figlio, circa queste radici!