Seborga


Seborga, borgo dell’ affascinante entroterra di Bordighera, oltre che da una splendente natura è avvolta da una storia intrigante.


Aprendo la vista sul gran bosco, mentre lo sguardo – tra le luci abbaglianti che solo il giorno ligure forse ha, specie dopo la fine del temporale – corre anzi rimbalza stranamente stupito dal bosco alla valle sin al punto indefinito in cui cielo e  mare si confondono, inquadrati appena da scorci suggestivi sia  a Ponente che a Levante … viene spontaneo da dire …. “valorizziamo gli ori di Liguria, della Liguria meno nota, del suo magnifico entroterra….”

E tutto si esalta, in un certo modo si sublima se si pensa che ogni cosa, ogni pietra ogni evento è stato strutturato contestualmente sulla linea di un percorso di fede e religione che affonda le sue radici sin nel mito ….

Sembra qui esser già stata allestita da un Dio ignoto (nessun artista, regista o sceneggiatore sarebbe capace di siffatte grandezze) la scenografia per qualche spettacolo  … dove l’uomo vive (e non sopravvive) a contatto di un ambiente naturale che congiunge quasi in un metaforico ossimoro antico e moderno!

Dati certi o quasi sulla storia di Seborga (prescindendo dalla non trascurabile possibilità che il luogo sia stato sede di qualche ceppo ligure intemelio e quindi di poderi rurali d’epoca romana) si riallaccia alla sua origine medievale come feudo monastico (PRINCIPATO ECCLESIASTICO DI SEBORGA) per una possibile donazione del conte Guido di Ventimiglia (nel 954), prima di partecipare ad una crociata contro i Saraceni, all’abbazia lerinese di S. Onorato.

In base al testamento del nobile intemelio i Padri di Lerino sarebbero infatti entrati in possesso principalmente della chiesa comitale di S. MICHELE DI VENTIMIGLIA con il suo piccolo, e lontano, insediamento agricolo di SEBORGA nell’entroterra di Bordighera.

Indagini ulteriori di vari studiosi su tali documenti hanno permesso di confermare che questa donazione del 954, per quanto sia giunta a noi in copie e documenti scorretti formalmente, aveva un punto di partenza in un documento autentico, steso da Guido Conte intemelio al momento di salpare dal porto di Varigotti “Contro i perfidi Saraceni”, onde partecipare alla spedizione guidata da Guglielmo di Arles che avrebbe scacciato per sempre i pirati Saraceni dalla base del Frassineto entro il 972.

In seguito gli abitanti di Seborga, definendosi “uomini di detto monastero [di S. Michele: anche questa chiesa come quella di S. Maria di Dolceacqua, donativo feudale ai Benedettini]” si proclamarono sudditi del “Priore del monastero stesso” e si riconobbero debitori delle decime: ancora nel 1469 gli abitanti del paese riconfermarono questi loro impegni a “Frate Nicolao di Ventimiglia d’Aurigo, priore di S. Michele di Ventimiglia”.

Bisogna tuttavia tener sempre presente che, data la peculiare conformazione giurisdizionale di questo territorio, i conti di Ventimiglia, e poi il Comune della stessa città, avanzarono spesso dei diritti atavici verso il territorio di Seborga, rivendicando alcuni aspetti legali della donazione: sino a quando almeno – per quanto è stato definito in un campo di ricerche che non hanno ancora avuta una definitiva ed unanime chiarificazione – il vescovo intemelio Stefano definì i limiti territoriali del principato ecclesiastico a fronte del vasto territorio di Ventimiglia.

La povertà e ristrettezza del territorio impedì comunque una costante fioritura del possedimento benedettino sì che i monaci, cercando nuove forme di sovvenzione, lecitamente appellandosi ai dettami del loro possesso sovrano non ritennero conveniente esercitare il diritto di “coniare monete” istituendo cioè una zecca ricavata a fianco della Prioria, cioè nel palazzo nobile già ritenuto sede dei Cavalieri Templari.

Seborga ha fatto tanto e non a caso nei siti informatici  mondiali è tra le città e paesi di Liguria uno dei luoghi più conosciuti…
Ma Seborga non è che un affascinante, minuscolo interrogativo della storia, una domanda sulle alchimie d’un passato fatto di uomini e donne, d’amore e odio, anche di  sangue versato, di storia e monumenti … un interrogativo da svelare!

Ma Seborga non è solo Seborga … è il richiamo alla storia splendida di Ventimiglia, al coraggio “indipendentistico” della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi, alla vicenda poliedrica e alla fine mondana di Bordighera ma anche alle suggestioni quasi fiabesche del Montenero e così pure all’epopea rustica, e per questo diversamente illustre e nobile,  di Vallebona, Borghetto e Sasso le cui origini si stendono ben oltre la romanità…

 da Cultura-Barocca

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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