Senza acredine

Non ho più che lo stento di una vita

che sta passando, e perduto il suo fiore

mette spine e non foglie, e a malapena

respira. Eppure, senza acredine.

C’è quell’amore nascosto in me,

quanto più miserevole pudico,

quel sentore di terra, che resiste,

come nei campi spogli: una ricchezza

creata, non mia, inestinguibile.

Nemmeno più coltivabile, forse, ma vera

esistenza; così come pare sperduta

nel cosmo, con la sua gravità, le sue leggi,

il suo magnetismo morente, che lo Spirito

non dimentica, anzi numera.

Non guardatemi, che son vecchio,

ma nel mio mutismo pietroso ascoltate

come gorgheggia, com’è fiero l’amore.

Carlo Betocchi

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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