Terremoti e antiche superstizioni

Nell’IMMAGINE (tratta da un testo della giovannea Apocalisse custodito alla British Library di Londra) si vede che in epoca medievale, secondo la tradizione culturale cristiana occidentale, il TERREMOTO – fra le CALAMITA’ NATURALI CHE POTEVANO AGGREDIRE GLI UOMINI – era la più temuta anche perché era interpretata sulla linea dei versetti 6,12 e 16-17 dell’Apocalisse come il momento caotico e sconvolgente per l’umanità costituito dall’apertura del sesto sigillo, il segno che comportava il profondissimo silenzio destinato a preannunciare il Giudizio finale.

Siffatta sensibilità religiosa induceva chiunque rappresentasse l’evento (anche in forma alternativa di appunto o breve narrazione) a rifarsi a figure iconiche quali il cielo effigiato in guisa di un cartiglio in atto di arrotolarsi sui finali destini dell’umanità o quali il Sole, divenuto nero, e la Luna, ricoperta da fiumi di sangue.

Sotto tale specie raffigurativa il terremoto veniva eletto ad evento destinato a rammentare all’umanità, ogni volta colpevole di trasgressioni, il necessario ritorno, espiabile per via di terribili punizioni tra cui appunto le catastrofi sismiche, al rispetto delle verità estreme e all’ordine morale.

Tale figurazione del terremoto prese ad essere meno vivida a partire dal XV secolo e, seppur lentamente ché sempre ardua è stata la lotta contro SUPERSTIZIONE E FALSE CREDENZE, le indagini sui fenomeni sismici si evolsero (merita un cenno qui, per le intuizioni come per le curiosità chiaramente pseudoscientifiche, l’opera nel XVII secolo di MARCELLO BONITO) in forza di una sequela di studi europei su quella sismicità storica che guidò Robert Mallet nel 1862 alla realizzazione della seguente CARTA SISMICA DEL MEDITERRANEO.

Tuttavia, a livello di antropologia culturale, ancora sin a tutto il XIX secolo (ed oltre!) il TERREMOTO fu inteso, sulla scia dell’antica ispirazione apocalittica, quale una PUNIZIONE DIVINA PER I PECCATI UMANI, concetto cui sotto l’effetto dell’emotività e della tradizione (nonostante la mente aperta e la buona cultura) ma anche rammentando una frase concitata d’un parrocchiano ( La Bestia va risalendo dall’Inferno”) non seppe, sul momento terrorizzato e sgomento, far altro che ancorarsi anche il PARROCO G.B.  ZUNINI nello spiegare la RAGIONE MORALE del TERREMOTO DEL 1887 che insanguinò la LIGURIA OCCIDENTALE.

da Ventimiglia.biz

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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