Vallecrosia (IM): cenni storici

Bellavista

Vallecrosia (IM), a metà strada sulla costa tra Bordighera a levante e Ventimiglia a Ponente, é oggi sostanzialmente divisa nella zona Piani e nel centro storico di Vallecrosia Alta. I PIANI DI VALLECROSIA sono stati sede di rinvenimenti importanti, in particolare presso la chiesa romanica di San Vincenzo/San Rocco.

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Eretta, sui resti di qualche struttura o tempietto romano, in un’area ove persiste tuttora il nome di luogo LUCUS (bosco sacro) e che ha fatto pensare ad una importanza religiosa del luogo anche per i pagani: un sito ove non a caso fu eretta una struttura cenobitica molto antica nella vicina località VIGNASSE. Nel secolo scorso vi si rinvennero monete romane. In seguito vicino alla chiesetta, immersa nel verde di un uliveto oggi scomparso, gli archeologi individuarono sepolcri romani, ma anche di epoca posteriore, un’arula votiva romana al dio Apollo protettore dei viaggiatori (tuttora conservata nell’edificio religioso), grandi blocchi di pietra della Turbia ben sagomati.

Dopo la decadenza dell’Impero di Roma e la distruzione della via Giulia Augusta, la zona dei “Piani” venne abbandonata dalla popolazione per il timore di predazioni barbariche. Solo nel 1800 AVREBBE RIPRESO VITA con l’edificazione della STRADA DELLA CORNICE (grosso modo la VIA AURELIA di oggi), ritornando ad essere un CENTRO POPOLOSO ED IMPORTANTE.

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La popolazione dal VI secolo ca. prese quindi sempre più a ritirarsi nel sito interno e protetto di VALLECROSIA MEDIEVALE.

Dopo la paura dei Saraceni e le guerre feudali, verso il XIII sec. l’area dei “Piani” cominciò a ripopolarsi.

Dagli atti del notaio – del Duecento – G. Di Amandolesio, sappiamo che in effetti la zona sita presso la chiesa di San Vincenzo o San Rocco non fu mai del tutto abbandonata.
Il notaio ci informa che il sito era percorso dalla “STRATA”, cioè dai resti dell’antica via romana che si congiungeva ad un ponte sul torrente Nervia, per immettere il traffico davanti al castello di Portiloria verso Ventimiglia e per la valle del Nervia.
Il notaio usò ancora il termine “STRATA” per indicare (atto del 7-XI-1259) i resti di altro frammento di percorso romano, nel luogo “alla bocca [foce] del Vervone”, torrente il cui arido alveo la Giulia Augusta superava con un guado di cui si son conservate tracce fino ad una recente distruzione.
Procedendo verso occidente, a riguardo dello stesso percorso, il notaio ricorse al termine più modesto di via con cui si indicava un percorso tipicamente medievale: alla sponda sinistra del Nervia, i siti vallecrosini erano sempre più ricchi di occupazioni rurali che avevano comportato ripascimenti del terreno.
La “via”, una mulattiera che correva a lato della chiesa di San Vincenzo/San Rocco, nel XIII sec. era fiancheggiata da fondi privati soprattutto delle famiglie Giudici e Curlo. Oltre che da terreni di proprietà del Vescovado di Ventimiglia: tra questi vi era anche una “terra agricola” dell’Ospedale de Arena.
Vallecrosia alta o medievale si sviluppò come una delle otto “ville rurali” del territorio di Ventimiglia, sino a quando entrò a formare (1686) la “Magnifica Comunità degli Otto Luoghi”.

Il comune di Vallecrosia naturalmente conobbe anche la Rivoluzione francese e la dominazione napoleonica: il Bonaparte, facendo realizzare una efficiente via costiera tra Italia e Francia (la “via della Cornice”), permise il ripopolamento dei “Piani”: che si intensificò ancor più con la realizzazione della strada ferrata (1870 circa).

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Il caratteristico borgo murato medievale di Vallecrosia alta (ove è la grande e bella chiesa di S. Antonio Abate e dove predicarono prima San Bernardo e molto dopo padre Segneri) prese a spopolarsi a vantaggio dell’ insediamento ai Piani”.

Qui, ai primi di questo secolo venne realizzato uno scalo marittimo per commercializzare il legname estratto dal monte Ceppo e trasportato attraverso una “ferrovia” costruita fra le montagne.

La crescita (anche per il rapido sviluppo della floricoltura che in tempi recenti finì per sostituire la tradizionale coltura degli olivi) divenne molto intensa.

Ma tutto questo fa parte della cronaca sin troppo recente dell’ultimo secolo, che merita successivi capitoli a parte.

 

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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