La Villa Romana di Bussana a Sanremo

1madonna.guardia1hA Bussana, Frazione di levante di Sanremo, a lato dell’attuale Aurelia –  che ricalca in quella zona la Giulia Augusta (Iulia Augusta) -, scavi regolari misero in luce i resti di un insediamento romano dai connotati della VILLA RUSTICA PADRONALE.
I linguisti non si sono mai veramente accordati sul gentilizio romano dei proprietari, ma sia che il toponimo abbia avuto origine da una gens Vibia che da una gens Vippia, il ceppo padronale, per quanto dimostrabile, non procedette ad una sistemazione della tenuta sotto la veste della villa signorile pseudourbana: le genti di buona condizione socio-economica non erano solo attratte dalla vita cittadina e dai privilegi, esistenziali o commerciali, che offriva, ma erano ancor più coinvolti dalla particolarità dei centri litoranei e del loro rapporto col Sud della Gallia e coi nuclei di Monaco, Nizza, Cemenelum, autentico “ponte viario” del traffico commerciale transalpino verso i mercati italici, Marsiglia e Arelate.
Nell’area municipale di Albingaunum si rinvenne nel secolo scorso la lapide di un sacerdote “Quintus Vibius Egnatius, pontifex consularis” e “flamen Divi Severi, curator aquarum”: un personaggio relativamente importante preposto oltre che al culto dell’Imperatore a funzioni di ordine pubblico e religioso (C.I.L., V, 7783): la gens “Vippia” è attestata ancora nelle Alpi Marittime (C.I.L., V, 7961 e 7962). villa.bussana3h
Il De Pasquale [San Remo romana, Sanremo, 1996], oggi forse il più attento ricercatore su questi argomenti, però preferisce rifarsi ad un gentilizio “Burius” pur non motivandone l’evoluzione linguistica dal latino sino alla dizione dialettale a differenza di quanto fecero il Calvini e la Petracco Sicardi.
Lo studioso è comunque molto preciso nel descrivere il complesso di questa VILLA DI BUSSANA .
La costruzione, sita in località Marina di Bussana, risulta al momento attuale strutturata su una pianta con sei vani di cui tre rettandolari e i restanti, di forma quadrata, eretti al loro fianco. villa.bussana1h
La pavimentazione fu realizzata su una base di ciottoli e calce quindi ricoperta con laterizi frantumati.
Di lato all’edificio si riconosce una sorta di edicola, forse di natura funeraria, con una nicchia nella parte summitale in cui si vedono tracce di intonaco e che doveva contenere una statua.
A ponente si son riconosciuti gli avanzi di una officina laterizia con la presenza di un “praefurnium” con basamento in pietra: nell’anticamera del “furnus” si sono poi visti due canali.
Verisimilmente vi si realizzava ceramica d’uso locale: l’attività della villa (è difficile dire se fosse una struttura padronale o solo un complesso aziendale retto da libertini e personale servile) dovette perdurare visto che la tecnica edile usatavi è del II sec. d. C. mentre vi si è poi rinvenuto un bollo laterizio [“L(ucius) H(erennius) Opt(atus)”] che viene datato a metà del III secolo.

 

da Cultura-Barocca

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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