Ah, mi sono dimenticato di farvi vedere questo film. Visto come stanno le cose, rientrate e cercate di immaginarvelo

Una rivalutazione internazionale del contributo lettrista al cinema sperimentale é in corso da qualche anno. Due avvenimenti, quasi simultanei, hanno celebrato l’esistenza e la validità delle opere di Isou e Lemaître in questo campo: la manifestazione indetta dal Museo Nazionale d’Arte Moderna di Parigi (1) ed il Primo Simposio Internazionale sul Lettrismo (2) tenutosi a Portland, nell’Oregon, presso il Lewis and Clark College. Entrambi hanno avuto luogo nel 1976 ed hanno suscitato un vivo interesse negli ambienti cinematografici di avanguardia, dando luogo a nuove proiezioni nonché a studi critici.
In Italia, la scoperta del cinema lettrista é recentissima ed é avvenuta grazie alle Giornate Internazionali del Cinema d’Artista (3) tenutesi a Firenze fra il dicembre 1979 ed il gennaio del 1980. Fautori dell’esegesi italiana del lettrismo sono soprattutto Gabriele-Aldo Bertozzi (4), Mirella Bandini (5), e Giorgio Sebastiano Brizio (6). Mentre Bertozzi ha assunto il compito di diffusore del lettrismo teorico (il che gli ha valso sia fulmini sia complimenti da parte di ul compagni), la Bandini si é soffermata più particolarmente sul ruolo storico del lettrismo e sul suo influsso sul situazionismo, mentre Brizio stende il primo inventario degli apporti stilistici e tecnici lettristi nel campo della sperimentazione cinematografica, mettendone in rilievo gli aspetti più salienti e cioé la ricerca dello schermo attivo, i percorsi possibilistici, l’eliminazione della sceneggiatura aprioristica, il montaggio discrepante, la fissità dei piani di sfondo, l’elemento ludico e via di seguito.
La mostra fiorentina menzionata ha avuto, fra i tanti meriti, quello di pubblicare il catalogo “Cine Qua Non”, pietra miliare nella storia della critica del cinema sperimentale. Oltre al succitato studio del Brizio, vi si riproduce un importante scritto di Dominique Noguez (7) che sottolinea l’inventività cinematografica lettrista, in specie quella di Maurice Lemaître, pittore, cesellatore e graffiatore della pellicola. Lo stesso Noguez continua così quel processo di rivalutazione del cinema lettrista da lui iniziato nel ’76. Era stato, infatti, proprio lui ad accorgersi per primo dell’importanza storica ed estetica degli esperimenti iniziati da Isou e Lemaître nei 1951 e ripresi subito dopo da Guy Debord, che ha poi seguito una via tutta sua. Bob Sitton, ricordiamolo, scoprendo il cinema lettrista a 25 anni di distanza, ne aveva immediatamente sancito la priorità storica sul più strombazzato “underground” americano (di cui rimane da stabilire se si tratti di un fenomeno autonomo e autoctono oppure di un plagio, come sono pronti a sostenere i lettristi).
Punto di partenza dell ‘avventura cinematografica lettrista é il “Trattato di bava e d’eternità” (8) di Isou, che risale al 1951. Va notato che Isou non ha seguito studi specializzati di cinematografia e che si é limitato ad applicare in tale campo le stesse teorie filosofiche che già l’avevano spinto a “rivoluzionare” la poesia e la pittura e che lo porteranno poi a cercare di riformare il teatro, il balletto, la mimica, la psicologia, l’economia e altri campi dello scibile.
La novità del film di Ison consiste nella separazione della colonna sonora dall’immagine, ormai coesistenti ma non più interdipendenti. Oltre a questo aspetto “discrepante” il cinema viene – pirandellianamente? – usato come un’interrogazione su sé stesso. Lo spettatore, insomma, assiste a un film che é un processo al linguaggio cinematografico.
Isou non é più tornato al cinema d’allora in poi, salvo sul piano teorico con un nutrito saggio ormai esaurito, “Esthétique du cinéma” (9), in cui ridefinisce il concetto di cinema e mette in contrasto il montaggio armonico ed il montaggio discrepante (da non confondersi col montaggio asincronico, quello di Pudovkin, ad esempio, da cui si distanzia) definito come vera e propria rottura delle particelle costitutive della pellicola. Vi propone inoltre la funzione di “cesellatore” per il regista che scolpirà (dipingendola o graffiandola) la pellicola, vergine o già filmata (da lui o da qualcun’altro). Teorie che hanno avvinto molti registi, fra cui Alain Resnais (10) che lo ammette in una lettera a Lemaître. Il cinema lettrista, tuttavia, non muore con l’unico e dimenticato film di Isou ma viene ripreso, perfezionato e continuato da Maurice Lemaître, l’unico fra i lettristi ad occuparsi di cinema sino alle nuove leve, del resto da lui formate mediante il suo insegnamento, polemico ma creativo, all’Università di Parigi.
Lo scenario (11) del primo film di Lemaître é stato pubblicato nel 1951, inaugurando così un genere (Isou lo sottolinea del resto nella sua prefazione) che si svilupperà poi soprattutto con i romanzieri del Nouveau Roman. Rispetto al film di Isou (di cui Lemaître era stato aiuto-regista) “Le film est dejà commencé?” contiene parecchie innovazioni, le più originali delle quali sono senz’altro la distruzione dello schermo convenzionale (la pellicola viene proiettata sulle pareti laterali, sul soffitto, sul corpo degli spettatori ecc.) e la trasformazione dello spettacolo cinematografico in spettacolo teatrale (origine del multimedia?) che diventa una festa compartecipatoria in cui intervengono regista, animatore, maschere e spettatori. Ma dopo la prima presentazione al Cine Club del Quartiere latino, anche questo film venne dimenticato, tranne una proiezione al Cinema d’Essai il 19/XII/l960 assieme a “Le propre de l’homme” di Claude Lelouch (12).
Come aveva imparato Lemaître? Aiutando a montare il “Trattato di bava e d’eternità” di Isou, in condizioni molto rudimentali e incollando gli spezzoni a mano. Ha imparato facendo, mentre imparava inventava.
Distributori americani si erano interessati dei films lettristi già nel 1961 come prova il carteggio fra Film Images (13) e Lemaître, ma la decisione finale, basata sui consigli di William Novik e Rosalind Kossoff, era stata negativa, essendo il film eccessivamente avanzato per la media degli utenti cinematografici americani.
La teoria e la prassi cinematografica di Lemaître, comunque, non hanno cessato di evolvere e, dopo la fase discrepante e “cesellante”, egli ha inaugurato il “sincinema” con “Un soir ai cinéma” (fim a colori, 1962, 35 mm., 40′. Prima proiezione pubblica presso la Societé des Auteurs de films a Parigi nel 1962). Io schermo era ricoperto di oggetti. In sala erano presenti vari attori teatrali che dialogavano con io schermo seguendo un copione fornito dal regista e ciò in presenza di un televisore acceso collocato in un angolo dello schermo, il tutto accompagnato da una proiezione di diapositive su tutte le pareti, nonché sul soffitto e sullo schermo propriamente detto.
“Pour faire un film” (presso il Centro di Creatività 1′ 8/X/1963) segua la nascita del film supertemporale che consiste nell’intervento di spettatori e critici invitati a girare il film di cui Lemaître non ha fatto che stabilire il titolo, La trovata é simile a quella dell’omonimo modello pittorico in cui l’autore (disegnatore più che pittore) fornisce la cornice ed il quadro vuoto dentro cui gli amici del soggetto, seguendo apposite istruzioni, incolleranno, inscriveranno, disegneranno elementi atti a comporre un ritratto “aperto”, mai concluso. Così il regista si limita a dare il via e tocca agli astanti completare il film gesticolando, protestando, urlando, scalpicciando, ridendo, strillando, intessendo commenti ad alta voce. Lo schermo stesso é in movimento, un apparecchio radiofonico o televisivo emette comunicati, baraonda completa ad immagine della vita stessa che non ha senso a meno che non gliene si imprima uno.
Nel 1967 Lemaître lancia il “Manifesto dei caffé cinema” per reagire contro il cinema commerciale come pure contro il “Cinema d’Art et d’Essai” e “La nouvelle vague”, in favore di un rinnovamento cinematografico. Viene così inaugurato il “Caffè-cinèma Lemaître” con proiezioni ogni mercoledì presso il Café Le Colbert, rue Vivienne, angolo rue Petits-Champs, che indice un festival in 16 mm. con la collaborazione della Cinématheque Française. Oltre a Lemaître partecipano Nguyem Dinham, Jean Caillon, Gérard Bouvier, César Polonio, Marco Pauly, Pierre Unia, lan Hugo, Georges Bianchi, James Broughton, Michel Auder, Luigi Veronesi, Francis Lee. Vengono inoltre proiettati “classici” di René Clair, Man Ray, Germaine Dulac, Viking Eggeling, Walter Ruttmann.
Seguono ora gli altri films di Lemaître:
“Victoire de Jules l’apostolique pendant la seconde guerre de Troie” (1967) in collaborazione con R. Blanchard. La colonna sonora é costituita da un testo di Lemaître sul fenomeno superterporale che permette allo sconosciuto R. Blanchard di passare alla storia (dal cinema) come assistente o aiuto regista di Lemaître.
“Contre le cinéma d’André Holleux et consorts” (1967). Film polemico contro i burocrati ministeriali. La colonna sonora é costituita da un testo in cui si definisce “André Holleaux” (non altrimenti identificato) come il prototipo dell’amministratore ottuso.
“Au delà du déclic” (Film a colori in 16 mn., 14 marzo 1965, Oentre de Créativité, Parigi). Si tratta del testo del libro omonimo fotografato e accompagnato da una serie di poemi lettristi.
“Moteur!” e “Le film de demain” entrambi lanciati il 13/X/l967 alla Cinémathèque Française di Parigi, sono films a colori, in 16 mm., della durata di 2′. Appartengono alla serie dei films infinitesimali e supertemporali.
“Pellicule” (Film a colori in 16 mmm., 41′, 21/2/ /1968. Café-Cinéma Le Colbert, Parigi). Si tratta di un’altra opera supertemporale e dunque in perpetuo divenire. Nel corso della prima seduta la colonna sonora é stata incisa in francese, in seguito é stata aggiunta anche una copia inglese. L’immagine base, dal titolo ‘vietato calpestare l’erba” mostrava uno spezzone qualunque, recuperato nel bidone della spazzatura di un laboratorio cinematografico. Gli spettatori si sono poi incaricati di aggiungere o tagliare qualcosa alla pellicola e i loro interventi venivamo incisi per arricchire la colonna sonora discrepante. Bagni d’acido, chiazze di colore, graffi hanno invece progressivanente modificato 1’ immagine. Grazie all’intervento del pubblico “Pellicule” si costituisce facendosi ma altresì si distrugge, seguendo lo stesso principio, cosicché ai ogni seduta la sua fruizione da parte del pubblico cambia.
“Chutes” (Film a colori in 16 mn., 26′, 27/3/1968 al Café-Cinéma Le Colbert, Parigi). Ispirato dal quadro di Theodore Casseriau, “La Toilette d’Esther “, questo cortometraggio narra l’intervista fra un produttore ed un’aspirante diva. Il film consiste in una sola immagine, il volto progressivamente devastato e torturato dell’attraente e sensibile attricetta alle prese con l’esoso produttore che non é altri che il regista stesso, il quale inaugura qui il film a mono-immagine cesellata.
“Une Oeuvre” (Film a colori in 35 mm., 15′, settembre 1968, Cinémathèque Française, Parigi). Concepito come omaggio a Tristan Tzara. Ricorda la ricetta di composizione di un poema dada ed è costituito da frammenti d’immagine raccattati nella spazzatura di un laboratorio e montati a casaccio, cioè nell’ordine di riciclaggio. La colonna sonora é fornita sia dal suono preesistente (già contenuto nello spezzone) sia dal rumore degli apparecchi di proiezione.
“Le soulèvement de la jeunesse” (Film a colori, 16 mmm., 28′, gennaio 1969, American Center for Students and Artists, Parigi). Si tratta di un film manifesto politico con lettura di brani di poesie di Isou e Lemaître nonché “co1lage” di frasi di De Gaille, Pompidou, Cohn-Bendit ecc. Riprende testi anteriori sull’economia nucleare, sulle teorie estremiste, post-anarchiche e meta-situazioniste.
“L’Ecrevisse mathématique” (Film a colori, 16 mmm., 28′, 9/3/1969, Amenican Center for Students and Artists, Parigi). Immagini eterogenee, suono diverso ogni volta e composto da testi di provenienza radiofonica, televisiva, discografica o incisi in-vivo durante la proiezione stessa.
“Votre film” (Film a colori, 16 mm., 2′, 6/6/1969, American Center for Students and Artists, Parigi). Anche questo film appartiene alla fase infinitesimale e supertemporale.
“Toujours à l’avant-garde de l’avant-garde jusqu’au paradis et au-delà” (Film in bianco e nero, 16 mm., 22′, 9/4/1970 Cinémathèque Française, Parigi). L’immagine é costituita da un servizio della televisione tedesca (Repubblica Federale) sulla Biennale di Parigi del 1969 durante la quale Maurice Lemaître presentava una commedia intitolata “L’Ascensione della Fenice M.B.” (14) in cui é stata aggiunta l’immagine di Lemaître come spettatore-attore. la colonna sonora é rappresentata dalla voce di Maurice Lemaître che si rivolge al pubblico sia commentando l’immagine, sia invitandolo a partecipare al film per completarlo.
“Un film à faire” (15) (21/4/1970, Cinémathèque Française, Parigi. A colori. Suono ottico, 2′, 16 mm.).
“Positif-Negatif, votre film” (Film a colori in 35 mm., 70′, 1/5/1970, Centre de Créativité, Parigi). Il film corrisponde alla ripresa, dalla A alla Z, del film non montato “La Vampire Nue” di Jean Rollin, girato anni prima, in cui Lemaître fungeva da attore. Durante la proiezione, Lemaître incide i commenti degli astanti per creare la colonna sonora. Essendosi smarrita la copia positiva, Lemaître riprende il procedinento tre anni dopo (alla Cinémathèque Française) con la copia negativa.
“Une copie mutilée” (Film a colori in 35 mm., 95′, 1973 Cinémathèque Française, Parigi). Copia del precedente “Le Film est dejà commencé?” (1951) mutilata e sfigurata dagli operatori e dagli esercenti, con nuove lacerazioni appositamente praticate dall’autore e l’aggiunta di frammenti eterogenei.
“Image” (Film a colori in35nm., 95′, 29/11/74, Centre de Créativité, Parigi). Davanti allo schermo vuoto e spento viene collocato un televisore acceso mentre un lettrista vi si siede accanto e legge testi programmatici.
“Qu’attendez-vous? Un Film” (Film a colori, 16 mm., 1′, 19/12/1975, Laboratoire Tirages 16, Parigi). L’arte infinitesimale é un campo basato, Isou dixit, “su particelle sprovviste di senso immediato in cui ogni elemento esiste nella misura in cui permette di immaginare un altro elemento inesistente o possibile”. Questo corto (é il caso di dirlo) metraggio illustra tale teoria.
“Montage” (Film a colori, 16 mmm., 90′, 30/3/77, Omnium des Cinéastes Indépendents, Club I.L.C., Parigi). Film iper-narrativo con regia e partecipazione degli spettatori. Distribuzione di volantini con testi diversi, che possono costituire la colonna sonora. A metà proiezione verranno appesi allo schermo dei vecchi giornali. Abbassamento del suono sino a renderlo quasi del tutto incomprensibile. I giornali vengono poi bruciati davanti allo schermo. La proiezione continua mentre lo schermo sparisce (alzato o coperto), le luci si accendono e si chiede ad alcuni spettatori di venire ad interpretare gli scenari distribuiti davanti agli altri spettatori.
“Un Navet” (Film a colori in 35 mmm., 40′, 29/4 /1977, Centre Georges Pompidou, Parigi). Regia e partecipazione degli spettatori. Proiezione di uno spezzone introduttivo. Riaccensione delle luci. Lettura di un testo di istruzioni che annuncia la proiezione di un altro spezzone. Quando questa avviene, guastatori nella sala criticheranno il regista, il laboratorio, gli spettatori. Si ferma la proiezione e si intavola un dialogo.
“30 Bons Films” (Film a colori in 16 mm., 25′, 5 /4/1977, Coopérative de Cinéastes. Galerie L’Ouverture, Parigi). Solleva i problemi dell’anarrazione, del sincinema, dell’arte corporea. Inizia con immagine muta e il commento (non di Lemaître) “prima storia narrata” indi “seconda storia narrata” che viene aggiunta alla prima ma senza rapporto con questa. Musica dell’operetta “Al paese del sorriso” di F. Lehar. Distribuzione di testi sintetici di altre 47 storie divise in tre categorie 1) in caratteri latini; 2) in segni infinitesimali; 3) da scriversi da parte degli spettatori su carta od altri materiali. Poi in omaggio a tutte le donne che hanno mostrato i loro attributi anatomici alla cinepresa, il regista si denuda e mostra al pubblico il suo deretano trasformandolo in “schermo vivo”.
“The great Train of History” (Film a colori in 16 mm., 40′, 30/1/1978. Bibliothèque Nationale, Parigi). Alla sinistra dello schermo un proiettore per diapositive. Viene proiettata un po’ di pellicola bianca, poi, lentamente, le diapositive, ma non sullo schermo, bensì a destra o sinistra, facendo ne variare le dimensioni con movimenti del proiettore, sinché si può leggere sullo schermo la parola “fine”.
“Tous derrière Suzanne, jeune, dure et pure” (Film a colori in 16 mm., 12 ore minimo, 30/1/1978, Bibliothèque Nationale, Parigi). Il regista commenta “col bastone di sua madre” le immagini proiettate. Viene adoperato un proiettore ad immagine fissa sulla quale vengono proiettati testi filmati o fotografati. Un animatore colloca davanti allo schermo un grande specchio in modo da riflettere l’immagine sugli spettatori, sui muri, sul soffitto, sul pavimento, sulla cabina di proiezione, sulle pareti laterali.
“Un film porno” (Film a colori, 16 mm., 45′, Cine Club Saint-Charles, Parigi, 22.2.1978). Piccolo schermo accanto allo schermo normale, con tessuti, oggetti, una gabbia ecc. Film proiettato sullo schermo normale. Spettatori e attori vengono a collocarsi davanti allo schermo e leggono estratti di “Le Boudoir de la Philosophie de Maurice Lemaître” (16). Viene proiettato sul piccolo schermo un film pornografico qualsiasi. Alcuni spettatori si alzeranno, cercando di individuare le immagini. Due attori si piazzeranno davanti al piccolo schermo fumando grosse pipe in modo da rendere il film invisibile.
“Un film à emporter à la maison” (Film a colori in 16 mm., 22/2/1978, Cine Club Saint-Charles, Parigi). Alla fine di una seduta di cinema il regista mostra una “pizza” e annuncia “Ah, mi sono dimenticato di farvi vedere questo film. Visto come stanno le cose, rientrate e cercate di immaginarvelo”.
“The Song of Rio Jim” (Film in bianco e nero, 16 mm., 3′, 22/2/1978, Cine Club Saint-Charles, Parigi). Viene presentato come il primo film a pellicola nera. Omaggio a Luce e Hart, creatori del western. L’idea del western viene però immessa nella colonna sonora.
“Le dernier film” (Film in bianco e nero, l6 mm., 3′, Cine Club Saint-Charles, 22/2/1978, Parigi). Altro film ad immagine nera ma anche del tutto a-sonoro. Distruzione del cinema tradizionale e del cinema discrepante in favore del cinema immaginario.
“Synfilm suggéré ou inachevé” (Film a colori in 16 mmm. , 45′, Centre Culturel Britannique, 9/3/1978, Parigi).
Proiezione di “Intolerance” di D.W. Griffith sul viso di Maurice Lemaître oltre a “Le film est dejà commencé?” sullo schermo normale. Poi Maurice Lemaître spara sullo schermo, infine sugli spettatori. Interviene in seguito un attore che raffigura il pubblico e che getta coriandoli. Poi Nicolas Villodre (il pubblico) fotografa gli spettatori a colpi di polaroid. Maurice Lemaître impiega elementi olfattivi, gustativi, cinestesici, tattili; suono inciso in vivo da riadoperare.
“Sourcils, clins d’oeil et froncements de sourcils pour Dominique” (14/3/1978, U.E.R. Saint Charles, Parigi). Omaggio collettivo al critico Dominique Noguez. Film corporale con partecipazione del pubblico che inizia su un testo di critiche “amichevoli” di Maurice Lemaître nei confronti di Noguez.
“Films anti-supertemporels” (17/l0/l978, Centre de Créativité, Parigi): “Prochainement sur cet ecran” “Encore un petit peu de cinéma avant d’en finir” “Sus au ‘Diable pluriel’ ” “Projection privée” Il presentatore si colloca davanti allo schermo e legge un testo di Maurice Lemaître avvertendo che rifiuterà qualsiasi apporto da parte degli spettatori. Si coprirà gli occhi con una benda e le oreccchie con cuffie ermetiche e rimarrà di fronte al pubblico in piedi ed in silenzio. Dopo aver inventato il film supertemporale (con partecipazione del pubblico) Lemaître inaugura lo schema anti-supertemporale.
“Une histoire d’ amour” (21/10/1978, Salon Ecritures, Parigi, col., ott., 8′). Dall’animatore della seduta viene letto prima della proiezione un testo che avverte come sia intenzione del regista realizzare un film integrale in cui musica, rumori insignificanti o no e parole si collochino su immagini disegnate, senza alcun sincronismo con queste ultime.
“Des scènes d’ amour très réalistes, avec force, details et gros plans” (21/X/l978, Salon Ecritures, Parigi. Film a colori, 8 mm., 15′).
Proposta di un discronismo totale perpetuo. Durante la proiezione di un film pornografico dall’immagine indiscernibile grazie alla polvere, a lenti sfuocate, alle dita dell’operatore ecc., la radio trasmetterà un programma locale.
“14 Mars 1965” (Film a colori in 16 mm., 45′, lanciato il 31/1/1979 al Cine Club Saint-Charles a Parigi). Altro film anti-supertemporale in cui si rifiuta l’apporto del pubblico. Per convincerlo Lemaître indossa una cuffia ermetica e si copre gli occhi con una benda. Dopo cinque minuti di proiezione al buio viene distribuito un testo e si accendono le luci. Dietro le spalle degli spettatori viene collocato uno schermo mobile con proiezione di diapositive turistiche. Il film é dedicato a Danmnique Noguez.
“Caméra! Moteur! Action! Coupez!” (Film a colori in 16 mm., 15′, prima durante il mese di aprile del 1979). Concepito come una battaglia fra il pubblico partecipante e il film che vuole imporre le sue immagini e la sua colonna sonora. L’operatore può farsi complice degli spettatori, fermando ogni tanto la proiezione, coprendo l’obiettivo o staccando il suono per permettere gli interventi del pubblico. Illustra la tesi anti-supertemporale centro cui il pubblico si prende la rivincita, vendicandosi del regista del film anti-supertemporale.
“Eric von Stroheim” (Film in bianco e nero, 16 mm., 107′, luglio 1979). La colonna sonora é costituita dalla lettura di un articolo di Lemaître, prefazione ad una biografia di Bob Bergut dedicata al cineasta. L’ immagine rappresenta “Foolish Wives”, di Stroheim, considerato da Lemaître uno dei capolavori della storia del cinematografo.
“Le sixième soleil” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi).
Questo film ci propone il “sincronismo allusivo”, consistente in immagini accompagnate da un commento qualsiasi, congiunzione discrepante di immagini banali con una colonna sonora altrettanto banale (composta da parole e musica).
“Cinéma, art du ‘mouvement’ ” (Film a colori in 16 mm., 10′, presentato nell’agosto 1979 al Centre de Créativité a Parigi). Si tratta di pellicola nera proiettata sullo schermo. Improvvisamente salta fuori un’immagine. Polemica contro la definizione dei critici del cinema concepito come arte del movimento.
“L’Amour réinventé” (Film a colori in 16 mm., 15′, Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Su una pellicola cesellata e già rifilmata sono state aggiunte nuove cesellature sulla copia negativa e su quella positiva. Il suono é costituito da una serie di opere lettriste.
“La légende de Cricri” (Film a colori in 16 mmmn.,l5′, Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Mono-immagine non cesellata. Ripetizione dello stesso fotogramma dall’inizio alla fine. La colonna sonora é formata da opere lettriste ma é anche, parzialmente, supertemporale in quanto il pubblico é invitato ad esprimere pensieri gentili ispirati dal fotogramma rappresentante Christiane Guymer, sorella del regista.
“Caradan” (Film a colori in 16 mm., 90′, Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Si presenta come cinema ipergrafico. Vari apparecchi di proiezione e sistemi di amplificazione del suono che trasmetteranno simultaneamente o a mo’ di dialogo. Interverranno inoltre odori e sensazioni olfattive, cinestesiche ecc. ottenute tramite la distribuzione di alimenti in sala.
“Première exclusivité” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Film infinitesimale ottenuto proiettando fotogrammi qualsiasi sullo schermo e dicendo quello che evocano. Lo spunto é offerto da una scatola di diapositive circolate in sala e dall’incisione dei commenti del pubblico.
“Première mondiale” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Film supertemporale in cui il regista si propone di immaginare all’interno dello schermo qualsiasi fotogramma desiderato, distruggerlo, sostituirlo, manipolarlo all’infinito, da solo o in collaborazione. Lo stesso dicasi per la colonna sonora.
“La critique” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Film supertemporale senza immagine, la cui colonna sonora é formata da testi scelti di critica cinematografica il cui insieme costituisce una storia della critica creativa.
“Le Temps des assis” (Film a colori, in 16 mm., agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). L’immagine é arancione e la colonna sonora é costituita dalla lettura di brani del libro di Lemaître “Le Temps des assis”.
“Un film commercial et militant” (Film a colori, in 16 mm., 10′, Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Combinazione di due serie alternative di immagini:
sequenze fotografiche animate o no, cesellate o no;
serie di immagini astratte disegnate direttamente sulla pellicola, negativa o positiva.
La colonna sonora é composta da testi programmatici lettristi.
“A projeter sur le ciel, la nuit” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi. Pellicola trasparente, suono di sala, durata 20′, l6 mm.). Film ispirato da e dedicato a Dominique Noguez. Consiste in una pellicola trasparente la cui immagine é costituita a sua volta dalla polvere e da tutti gli incidenti tecnici che possano accompagnare la proiezione. La colonna sonora é formata da una sola frase pronunciata da uno pseudo-spettatore (il regista o un “animatore”) seduto in mezzo al pubblico: “Ma guarda che bella polvere!”
“L’amour-système” (Film in bianco e nero, 16 mm., Centre de Créativité, Parigi). Pellicola nera. Testo del romanzo di Maurice Lemaître: “Journal d’un dragueur”. Illustrazione della teoria di nullificazione del fotograrmma e distruzione completa di qualsiasi segno visivo.
“Le plus grand film de toute l’histoire du cinéma” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Suono costituito da frammenti del romanzo di Maurice Lemaître “Les Existentialistes” accompagnato da una descrizione degli elementi non testuali.
“Agosto 1979” (Agosto 1979, Centre de Créativité, Parigi). Niente pellicola ma soltanto suono costituito da testi scritti da Maurice Lemaître in favore della Cinémathèque Française. L’assenza dell’immagine va considerata come l’immagine stessa.
“Western” (Prima al Musée National d’Art Moderne, Centre Georges Pompidou, Parigi, 19/3/l980). Prima della seduta viene conciato un pezzo di cuoio sul quale si scrive: “Film integralmente ed esclusivamente tattile e odoroso”. L’animatore lo presenterà commentandolo e farà circolare il pezzo di cuoio che gli spettatori potranno toccare al buio, ad occhi chiusi, annusandolo, accarezzandolo, mordendolo ecc.
“La vallée de Saint-Jeannet” (prima il 21/3/l980 presso il Centre Pompidou a Parigi). Film da aspirare. Viene fatto circolare fra gli spettatori un foglio di carta intriso di un profumo raro. Per la prima “visione” venne adoperata la ginestra, che nessuno riconobbe.
“Un film super expérimental” (Prima: 21/3/1980, Centre Pompidou, Parigi). Film integralmente ed esclusivamente olfattivo. A luci spente verranno bruciati in sala erbe o profumi rari. Il gioco consiste nel riconoscere la fragranza.
“L’Hyper-cène” (Prima: 21/3/1989, Centre Pompidou, Parigi). Film integralmente ed esclusivamente gustativo. Viene presentata al pubblico una “pizza” cinematografica, come un film da mangiarsi. Sollevato il coperchio si scoprirà che la scatola non contiene la solita bobina, bensì caranelle, cioccolatini e dolci vari che vengono offerti a turno agli spettatori.
“Le jugement dernier” (Prima: 22/3/1989, Centre Pompidou, Parigi). Film infinitesimale di fantascienza. Nella sala buia il regista si presenterà con una torcia al fosforo accesa, chiedendo: “Siete pronti?”.
“Un film d’horreur dont vous me donnerez le title” (Prima: 22/3/1980, Centre Pompidou, Parigi).
Film integralmente ed esclusivamente tattile. Nella platea buia il regista annuncerà: “Il film d’orrore al quale assisterete ora é un’opera integralmente ed esclusivamente tattile. Siete pregati di non imbrogliare e di non cercare di vedere l’oggetto che verrà fatto circolare. Fate attenzione a dove si trova il vostro vicino che si sbarazzerà dell’oggetto consegnandovelo.” Si faranno circolare oggetti vari fra gli spettatori, ad esempio: una pila elettrica, un calco di gesso della mascella di Lemaître, un oggetto viscido, un animale vivo ecc.
“Vomi cinéma, crachat cinéma, morve cinéma, excrément cinéma, dejections cinéma” (Prima: 22/3/1980, Centre Pompidou, Parigi). Il regista si presenta davanti al pubblico, nella sala a luci accese e dice: “L’opera che vi presento é un film destinato a ripulirvi dal vomito, dagli scaracchi, dal moccio, dagli escrementi del cinema commerciale”. Viene indi distribuita carta igienica.
“Le clone” (1980). Composto da varie parti che formano altrettanti film autonomi con colonne sonore separate. I^ Camera fissa su oggetto fisso. Spostamenti di oggetti, persone, luci. II^ Camera fissa su oggetto fisso. Nessun cambiamento.
III^ Camera fissa su un’immagine del film I. IV^ Immagine del film I fissa. V^ Immagine del film II fissa. VI^ Copia del film I cesellata. VII^ Copia del film Il cesellata. VIII^ Copia cesellata del film III. IX^ Copia cesellata del film IV.
“Un film sentimental” (1980). L’animatore distribuisce agli spettatori una foto ripresa da un vecchio film americano che é piaciuto molto al regista. Tocca agli spettatori aggiungere appropriati commenti atti a valorizzare ancor più
l’interpretazione dell’attrice.
“Tous les films de la semaine” (1980). In polemica contro la classificazione del film in generi diversi, Lemaître propone la costruzione collettiva di un film a partire da una fotografia conservata forse nel portafoglio di ognuno degli spettatori.
“Un film policier” (1980). Un animatore si presenta davanti allo schermo a luci spente. Estrae dalla tasca una rivoltella che punta contro gli spettatori. Si mette a sparare su di loro. Ripresa, insomma, di una vecchia provocazione di André Breton che ebbe a dire (dichiarazione di cui poi si pentì): “l’atto surrealista più puro é scendere per strada con una rivoltella in pugno e mettersi a sparare sulla folla”.
“L’astre polaroide” (1980). Proposta di cesellatura poliautomatica, su cui non si possiedono più ampi ragguagli.
“Participation de Maurice Lemaître” (1980). Il regista si rivolge epistolarmente a Dominique Zeltzer affinché lo rappresenti alla “Settimana del cinema infinitesimale, immaginario, inesistente o impossibile” del Salon Ecritures (16 giugno – 15 luglio 1980) chiedendole di realizzare per lui alcuni film scegliendone anche i titoli.
“Un fleuve silencieux” (1980). Il sottotitolo precisa “il film del sordo-cieco felice”. Esso consiste infatti in una seduta cinematografica nel corso della quale gli spettatori vengono bendati dalla maschera che li accompagna ai rispettivi posti e che distribuisce loro delle palme da infilare nelle orecchie affinché, oltre a non vedere, non sentano. Comincia poi il gioco – si raccomanda però che sia gradevole – del passaggio degli oggetti – dei contatti tattili, degli odori ecc.
L’elenco non si esaurisce qui, poiché certamente, mentre sto scrivendo, Lemaître sta già “inventando” un nuovo film. Oltre a ciò non vanno passati sotto silenzio i film di registi in cui l’influsso di Isou o di Lemaître é ovvio. A seconda del criterio adottato, l’elenco potrebbe addirittura comprendere la maggior parte dei cineasti francesi, poiché nei loro scritti polemici i lettristi pretendono di essere stati plagiati da Godard, Robbe-Grillet, dalla Duras, da Resnais (17) e via di seguito, insomma da chi conta nel cinema francese contemporaneo. Siccome i lettristi si sono sempre preoccupati di omologare tutte le loro scoperte (cinematografiche e non), una disamina cronologica conferma alcune delle loro asserzioni, provando però soltanto che sono stati i primi ad escogitare questa o quell’altra trovata tecnica. Rimane però da provare l’essenziale, ossia che altri registi non siano arrivati indipendentemente alle stesse conclusioni o scoperte, senza che si possa parlare né di derivazione né di plagio.
Fra i registi di netta derivazione lettristica possiamo citare almeno due nomi senza tema di smentite. Anzitutto quello di Guy Debord, autore del recente “In girum imus noctis et consumimur igni” (il cui titolo, d’altronde, é palindromo), già discepolo di Isou, poi fondatore della secessionista Internazionale Lettrista, infine uno dei teorici del situazionismo. Tale film, dal titolo suggestivo, ha avuto un’accoglienza critica notevole e meritata, ed é forse uno dei lungometraggi contenente il maggior numero d’invenzioni di netta ispirazione lettrista. Altrettanto dicasi dei films di Pierre Jouvet: “L’Autre” (1973, 16 mm., 90′), “‘Theophanie” (1978, 16 mm., 96′), “El Deshicado” (1979, l6 mm., 19’), “Sylvain” (16 mm., in fase di montaggio). Contrariamente agli altri registi, Jouvet rivendica l’origine ipergrafica isouiana dei suoi films, che ambiscono inaugurare sullo schermo la cineprosa che Isou aveva proposto nel romanzo “Les Journaux des Dieux” e Lemaître con “Canailles”.
V’é, inoltre, tutta una generazione di giovani lettristi, formata da Lemaître nei suoi corsi, che hanno fondato l’Association des Cinéastes et Realisateurs Audiovisuels, il cui più recente catalogo comprende una cinquantina di titoli. Va però precisato che si tratta, nella maggior parte dei casi, di film supertemporali, di film senza pellicola (o con pellicola senza immagine), di film senza colonna sonora, di film di pochi minuti, di film che non richiedono né attori né montaggio e via dicendo. Il che ha fatto spazientire alcuni critici, anche fra i più favorevoli a Lemaître, come nel caso di Dominique Noguez.
Con lui, Isou in un primo tempo e Lemaître in seguito, hanno polemizzato acerbarmente. In fondo si tratta di questioni di principio. I critici vorrebbero che i lettristi cessassero di lanciare manifesti e di inaugurare tecniche originali e si dedicassero invece a creare opere potenti e durature che permettessero loro di venire collocati in primo piano nella storia del cinema, accanto ai Gance e ai Vertov (da loro non disdegnati) anziché rimanere relegati nel ghetto lettrista. Tocca a loro, perciò, dire l’ultima parola.
P.S. – Ringrazio Maurice Lemaître che mi ha fornito gran parte della documentazione, mi ha permesso di consultare gli archivi privati del movimento lettrista e mi ha lasciato citare brani di una lunga intervista (che dura da oltre cinque anni) tuttora inediti (soltanto in parte pubblicati nei nn. 7 e 9 della rivista parigina “Ecritures”, Printemps et Automne 1989).
Note:

  1. Questa mostra, ideata da Peter Kubelka, é stata organizzata da Alain Sayag, con l’aiuto di Nathalie Brunet e Gisèle Breteau, del Museo Nazionale di Arte Moderna di Parigi e di Hélène Kaplan dell’Anthology Film Archives. Ha avuto luogo nel 1976 presso il nuovo Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou, noto anche come Centre Beaubourg. Ne é stato pubblicato il catalogo con il titolo “Une histoire du cinéma” (Paris, Musée National d’Art Moderne, 1976, 237 pp.)
  2. Vedansi in proposito gli atti compilati da Pietro Ferrua : “Proceedings. First International Symposium on Letterism,” May 24-29, 1976, Lewis and Clark College, Portland, Oregon, USA (Portland, Avant-Garde Publishers, 1978, pp.164) e più particolarmente i commenti e gli interventi di Maurice Lemaître e Robert Sitton (pp. 98-125).
  3. Presso la Cappella di Santa Apollonia dal 13 al 23 dicembre 1979 e presso il Concertino di Palazzo Capponi il 10 dicembre 1989 e il 6 gennaio 1989. Il catalogo (opera di parecchi autori) dal titolo “Cine qua non” é stato pubblicato a cura del Comune di Firenze nella collana “Le carte di fuoco” (Firenze, Vallecchi 1979, p. 167).
  4. Vedasi perticolarmente “Lettrismo: osservazioni sulla genesi del movimento” in “Sì e no” (Anno 1, n. 3, Nov. 1974, pp. 268-293) e “Futurismo/Dada, Surrealismo e Lettrismo”, pp. 183-203 de “La fortuna del Futurismo) in Francia” (Roma, Bulzoni, 1979).
  5. Nel suo “L’Estetico, il Politico. Da CoBrA all’Internazionale Situazionista, 1948-1957” (Roma, Ed. Officina, 1977, pp. 391). Con ottimi diagrammi e cronologie.
  6. “Lettrismo e sperimentalismo’, pp. 67-71 di “Cine qua non”.
  7. “Il cinema sperimentale in Francia”, p. 121 di “Cine qua non”.
  8. La sceneggiatura é stata pubblicata in “Oeuvres de spectacle” (Paris, Gallimard, 1964, pp. 336), pp. 7-88.
  9. “Esthétique du cinéma” (s.l., s.e., s.d. (1956?), p. 153). Ne ho potuto consultare una copia presso la biblioteca dell’Università del Colorado.
  10. Lettera di Alain Resnais a Maurice Lemaître in data 18 settembre 1961, in cui declina l’invito a collaborare ad una rivista (peraltro non identificata) e in cui dichiara di non aver mai assistito alla proiezione di film lettristi, pur ammettendo di “essere sempre stato sedotto dalla teoria del film discrepante”. (Dagli ‘Archivi (privati) del movimento lettrista” per gentile concessione di Maurice Lemaître).
  11. “Le film est dejà commencé? Séance de cinéma” prefazione di Jean-Isidore Isou (Paris, Editions André Bonne, 1952, pp. 181. Collection Encyclopedie du Cinéma, dirigée par André Fraigneau).
  12. Cfr. la lettera di Madame Peillon dell’Association Française de la Critique Cinématographique, che in data l0/XII/l960 awisa Maurice Lemaître che il suo film verrà proiettato alle 10 del lunedì 19 dicembre di fronte ai membri della commissione ed a Claude Lelouch in vista di un possibile abbinamento, nelle proiezioni, a “Le propre de l’homme” di Lelouch. Esiste altresì una lettera di Lelouch a Lemaître in data l2/VII/l96l in cui gli chiede di poter utilizzare dischi suoi per la colonna sonora di un proprio cortometraggio, proponendogli di inserire nei titoli di testa “Musica lettrista di Maurice Lemaître” (Documenti dell’Archivio (privato) del movimento lettrista, messi gentilmente a disposizione da Maurice Lemaître).
  13. Negli archivi lettristi esistono anche due lettere di Rosalind Kossoff, presidente della Film Images Inc. di New York in data 14 novembre e 15 dicembre 1961, la quale chiede il permesso di visionare un film di Lemaître, salvo poi concludere che lo trova “troppo avanzato per il pubblico medio americano”.
  14. Maurice Lemattre, “L’Ascension do Phénix M.B.. Polylogue à impliques” (Paris, ed. de l’auteur, 1969) precedentemente pubblicato nel n. 13 del novembre 67 della rivista “La Lettre” (Bulletin personnel d’opinion et d’ information de Maurice Lemaître).
  15. Entrambi fanno parte dei “Film infinitesimali e supertemporali” di cui esiste una descrizione a p. 29 di “Oeuvres de cinéma 1951-l98l” di Maurice Lemaître (Paris, Centre de Créativité, 1981, pp.l95).
  16. Maurice Lemaitre,”Le boudoir de la philosophie” (Paris, Lettrisme, 1965, p. 50).
  17. Si tratta di “De Jean-Luc Godard à Alain Resnais, en passant par Chris Marker, Marguerite Duras, Robbe-Grillet, Marcel Hanoun, Frangois Truffaut, Louis Malle etc., ou des escrocs des “Cahiers do Cinéma” aux faussaires du film ciselant” (Paris, Centre de Créativité, 1980, pp. 57). Inoltre, “MargueriteDuras: pour en finir avec cet escroc et plagiaire généralisé” (Paris, Centre de Créativité, 1979, pp. 44).
    Pietro Ferrua, Fortuna e sfortuna del Lettrismo cinematografico, OCRA, n. 9, maggio 1984, numero dedicato al Lettrismo ed all’INI
    FONTI
    Materiale d’archivio
  • Archivio privato di Maurice Lemaître, Parigi.
  • Archivio della Biblioteca del Lewis and Clark College, Collezione Lettrista, Portland, Oregon, U.S.A.
  • Archivio personale di Pietro Ferrua.
    Opere stampate
  • Bibliothèque Nationale, Parigi, Francia.
  • Rare Books Collection, Library of Congress, Washington, U.S.A.
  • Audrey Watzek Library – Lewis and Clark College, Portland, Oregon, U.S.A.
  • Jean Brown – Shaker Seed House – Collezione sulle avanguardie – Lettrismo – Tyringham, Massachusetts, U.S.A.
    Bibliografia sommaria del lettrismo cinematografico
  1. Opere di Isidore Isou:
    “Esthétique du Cinéma” (s.l., s.n., s.d. (1956?) pp. 153);
    “Oeuvres de spectacle” (Paris, Gallimard, 1964, pp. 336).
  2. Opere di Maurice Lemaître:
    “Cinéma, cinéma” (Paris, Centre de Créativité, 1979, edizione in fotocopia di testi manoscritti, dattilografati, ciclostilati e stampati, ccntenen te illustrazioni fotocopiate e originali, pp. 117 (la numerazione considera solo le pagine dispari).
    “Le cinéma super-experimental” (Paris, Centre de Créativité, 1989, edizione fotocopiata di testi manoscritti, dattilografati, ciclostilati e stampati, contenente illustrazioni fotocopiate od originali, pp. 115 (sono numerate unicamente le pagine dispari).
    “De Jean-Luc Godard à Alain Resnais” (Paris, Centre de Créativité, 1989, ciclostilato, pp. 59, numerazione limitata alle pagine dispari).
    “Le film est dejà commencé? Séance de Cinéma” Pre face de Jean-Isidore Isou. (Paris, Editions André Bonne (1952), illustrato, pp. 181).”Les films de Maurice Lemaître” (Paris, Centre de Créativité, 1979, seconda edizione, fotocopia di documenti manoscritti, dattilografati e stampati, pp. 49).
    “Marguerite Duras” (Paris, Centre de Créativité, 1979, ciclostilato, pp. 45, numerazione limitata alle pagine dispari).
    “Mes films 1951-1977” (Paris, Centre de Créativité, 1977, pp. 74, edizione illustrata, fotocopiata di testi manoscritti, dattilografati, ciclostilati e stairati).
    “Notes preparatoires pour mon prochain film” (Paris, Centre de Créativité, 1977, pagine non numerate, edizione fotocopiata di manoscritti vari).
    “Oeuvres de cinéma (1951-1981)” (Paris, Centre de Créativité, 1981, edizione illustrata in fotocopia di testi manoscritti, dattilografati, ciclostilati e stampati, pp. 195 con numerazione limitata alle sole pagine dispari. Aggiornamento del precedente saggio “Mes films”).
    “Sur la Cinémathèque Française” (Paris, Centre de Créativité, 1979, pp. 41).
    “Video: son utilisation hypergraphique, infiniteimale et supertemporelle dans le spectacle (théatre, cinéma, ballet, etc. … ” (Paris, Centre de Créativité, 1979, edizione fotocopiata, pp. 31, numerate soltanto le pagine dispari).
    P.S. – Per una bibliografia più completa, si consulti il “Catalogue Christiane” di Christiane Guymer, che é però aggiornato sino al 1977. Se ne progetta una nuova edizione.
    Articoli
    Giorgio Sebastiano Brizio “Lettrismo e sperimentalismo”, pp. 67-71 di “Cine qua non” (Firenze, Vallecchi, 1979, p. 167).
    Luciano Caruso, “Isidore Isou”, p. 74 di “Cine qua non” (Firenze,Vallecchi, 1979).
    Gérard Courant, “La subversion lettriste: Maurice Lemaître” in “Liberation”, n. 847 di venerdì 1 ottobre 1976.
    Pietro Ferrua, “Portland’s Film History” in “Spectrum”, anno II, n. 2 (Spring 1978).
    Dominique Noguez, “Maurice Lemaître et le cinéma lettriste” in “Cinéma different” n. 5-6. Id., “Qu’est-ce que le cinéma experimental? Sa situation en France” nota n. 23, p. 51 di “Une histoire du cinéna” (Paris, Musée d’Art Moderne, 1976, p. 2).
    Robert Sitton, “Discussion on Cinema and Letterism” in “Proceedings. First International Symposium on Letterism”, ed. by Pietro Ferrua (Portland, Avant-Garde Publishers, 1979) pp. 107-125.
    Riviste sul cinema lettrista o che ospitano articoli sul cinema lettrista
    “L’Art du Cinéma” (Centre de Créativité, B.P. 237-02 Parigi, R.P. Francia).
    “Cinéma marginal” c/o Nicolas Villodre – 8, rue Rameau, 93800 Epinay, Francia).
    “Le cinéma même” c/o Centre de Créativité, B.P. 237-02 Parigi, R.P. Francia.
    “Lettrisme” c/o Librairie “La Guilde”, 18, Rue de Turbigo, 75002 Parigi, Francia.
    “Revue d’histoire du cinéma” c/o Librairie “La Guilde”, 18 , Rue de Turbigo, 75002 Parigi, Francia.
    “Septième Art” o/o Dominique Zeltzer, B.P. 19, 75622 Parigi Cedex 13, Francia.
    Noleggio di film lettristi
    Tutti i film di Isidore Isou, Maurice Lemaître, Michel Amarger, Denis Bidabé, Gerard-Philippe Broutin, Yves Courteaudon, J. Noèl Delamarre, Frédérique Devaux, Albert Dupont, Yves Godefroy, Pierre Juhasz, Marie-Christine Guillaume, François Poyet, Hélène Richol, Roland Sabatier, Jean-François Sainsard, Eric Viennot e Dominique Zeltzer sono disponibili presso l’A.C.R.A., B.P. 19, 75622 Parigi, Cedex 13, Francia.
    “Le film est dejà commencé?” può essere noleggiato anche presso il Northwest Film Study Center 1119 SW Park Avenue, Portland, Oregon, U.S.A.
    Per i film di Pierre Jouvet ci si rivolga direttamente al regista produttore (95, Rue de Ville d’Avray, 92310 Sèvres, Francia).
    I film di Guy Debord sono entrati nel circuito commerciale. Ci si rivolga perciò a UNIFRANCE 77, Avenue des Champs Elysées, 75008 Parigi, Francia.

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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