Il luppolo (Humulus lupulus, L. 1753) è una pianta a fiore (Angiosperma) appartenente, come la canapa (Cannabis Sp.), alla famiglia delle Cannabacee; ordine delle Urticali.
Pianta erbacea e perenne, con rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere i 7 metri d’altezza. Le foglie sono cuoriformi, picciolate, opposte, munite di 3-5 lobi seghettati. La parte superiore si presenta ruvida al tatto, la parte inferiore è invece resinosa. Essendo una specie dioica, i fiori, unisessuali e di colore verdognolo, sono presenti su individui separati. I fiori maschili (o staminiferi) sono riuniti in pannocchie pendule e ciascuno presenta 5 tepali fusi alla base e 5 stami; i fiori femminili ( o pistilliferi) presentano un cono membranoso che circonda un ovario munito di 2 lunghi stimmi pelosi. Si trovano raggruppati alle ascelle di brattee fogliacee, costituendo un’infiorescenza dalla caratteristica ed inconfodibile forma a cono. La fioritura avviene in estate. L’impollinazione è anemofila (trasporto per mezzo del vento) e in settembre-ottobre, con la maturazione dei semi, le brattee assumono una consistenza cartacea che aumenta la dimensione del cono. I frutti sono degli acheni di colore grigio-cenere. Le infiorescenze femminili sono ricche di ghiandole resinose secernenti una sostanza giallastra e dal sapore amaro, composta da a-acidi (luppolina, umulone e lupulone), e da polifenoli (es. flobafeni) e numerosi oli esenziali, che vengono utilizzati per aromatizzare e conferire alla birra il suo gusto caratteristico.
Il luppolo predilige ambienti freschi e terreni fertili e ben lavorati. Cresce spontaneamente sulle rive dei corsi d’acqua, lungo le siepi, ai margini dei boschi, dalla pianura fino ad un’altitudine di 1.200 metri se il clima non è troppo ventoso ed umido. La sua presenza è molto comune nell’Italia settentrionale. La coltivazione del luppolo in Italia fu introdotta, a partire dal 1847, dall’agronomo Gaetano Pasqui di Forlì, che promosse anche una fabbrica di birra in attività fino agli anni ’60 dell’Ottocento. In Piemonte è noto come luvertin ed è molto usato in cucina.
Si usano la polvere resinosa delle infiorescenze femminili, la luppolina (farm.: Strobuli lupuli).
Il luppolo è un mite sedativo con proprietà ipnogoghe (sonnifero). In fitoterapia si conosce l’uso come:
mite sonnifero – in disturbi gastrici nervosi – Disturbi neuro-gastrici – Avendo probabilmente delle proprietà ormonali (fitoestrogeni), si usava anche come emmenagogo per le donne e come anafrodisiaco per gli uomini (nevrosi sessuali, polluzioni, eiaculatio praecox) – Si aggiunge anche volentieri a dei preparati magistrali ansiolitici e contro l’irrequietudine di bambini.
da Wikipedia