La leggenda della Cima della Maledia

Cima

C’era una volta, molto ma molto tempo fa (e forse ancora di più), una bellissima montagna sul cui dolce pendio che declinava verso la piemontese Valle Gesso abitavano tre sorelle: Laura, Bice e Lia.
Il clima solo durante l’inverno era freddo, ma mai troppo rigido e, nel resto dell’anno, le giornate si susseguivano quasi come in una favola tra gli estesi boschi di abeti che circondavano il verdeggiante prato dove sorgeva la casa delle tre sorelle, proprio sul fianco della grande montagna che da sempre le proteggeva.
Camosci, stambecchi e anche qualche lupetto avevano fatto amicizia con gli animali domestici delle tre ragazze che, ogni settimana, scendevano fino sul fondovalle, al frequentato mercato di Valdieri dove erano assai amate da un po’ da tutta la gente. Spesso, dalla metà primavera e fino all’inizio dell’inverno, molti valligiani salivano fin da loro, che erano anche delle ottime cuoche e la più grande, Laura, alla fine di ogni pranzo rallegrava i suoi ospiti suonando la cetra.
Ma un brutto giorno, il paese di Entracque perse la sua autonomia e tutta questa zona passò sotto il comando di un signorotto senza scrupoli, il Conte di Tana.
Costui impose salatissimi tributi e nuove severe leggi, e decretò che nessuno avrebbe più potuto risiedere nelle Terre Alte, che da quel giorno sarebbero diventate esclusiva Riserva di Caccia del conte.
Le tre sorelle furono così costrette a lasciare la loro amata terra, gli animali e tutto ciò che era stato fino allora la loro semplice e serena vita.
Ma, proprio prima di andarsene, le tre fanciulle girandosi indietro per un ultima volta maledissero quel luogo, che da quel momento divenne aspro, pietroso e inospitale, ricoprendosi di neve e l’idilliaca montagna fu presto ribattezzata dai valligiani che risiedevano nei paesi della valle, come “La Cima della Maledia”.
Nessuno sa che fine fecero le tre ragazze, ma è certo che il Conte di Tana perse la vita il successivo anno proprio quassù, scivolando sullo scosceso pendio ghiacciato della montagna, proprio mentre tendeva una trappola, assieme ad alcuni suoi uomini, ad un vecchio stambecco ferito.

di Alessandro Lasagno (su Facebook)

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.