La rivolta intellettuale di Céline gli appariva ora come puro nichilismo

Victor Serge aveva letto i capolavori di Céline, Viaggio al termine della notte e Morte a credito, ed era stato profondamente colpito dalla forza della scrittura e dal disprezzo verso una società e una cultura borghese in pieno disfacimento. La pubblicazione da parte di Céline nel 1936, dopo un breve viaggio in Russia, di Mea culpa e poi l’anno successivo di Bagattelle per un massacro fu per lui un’amara sorpresa. La rivolta intellettuale di Céline gli appariva ora come puro nichilismo, senza alcuna prospettiva. Frutto di un pessimismo e di una voglia di distruzione ai limiti del patologico, e proprio per questo vicina nei toni e nei contenuti al delirio della propaganda nazista. Comune era l’odio irrazionale e feroce verso tutto ciò che si richiamasse anche alla lontana all’ebraismo, la convinzione al limite del delirio paranoide che una gigantesca cospirazione legasse ogni aspetto della vita politica, culturale e sociale dell’Occidente e ne spiegasse l’irreversibile manifesta decadenza. Repulsione e orrore furono le sue reazioni. Durissima la sua denuncia. Un pezzo di grande scrittura, alla Zola, che è importante riproporre oggi di fronte al riapparire di quegli stessi spettri.
Il quaderno è liberamente consultabile e scaricabile dal sito www.academia.edu
Giorgio Amico, Victor Serge, Contro Céline (1938), Vento largo, 7 febbraio 2005

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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