L’opaco inizio vorrebbe imitare quello delle finzioni di Kafka

Il “Kafka riluttante” di Jorge Luis Borges.
Un altro autore del Novecento unito a Franz Kafka da un legame molto stretto è Jorge Luis Borges (1899-1986).
Si tratta di un legame esplicito e dichiarato: nell’epilogo alla raccolta di racconti El libro de arena (Il libro di sabbia, 1975) l’autore specifica in merito al racconto intitolato El congreso (Il Parlamento) <32: “Il Parlamento è forse la più ambiziosa delle favole di questo libro; tratta di un’impresa così vasta che finisce per confondersi con il cosmo e con la somma dei giorni. L’opaco inizio vorrebbe imitare quello delle finzioni di Kafka; la fine vorrebbe innalzarsi, certamente invano, fino alle estasi di Chesterton o di John Bunyan: non sono mai stato degno di una simile rivelazione, ma mi sono sforzato di sognarla”. <33
Borges torna su Kafka più e più volte (sarà anche suo traduttore), tra l’altro in Otras inquisiciones (Altre inquisizioni, 1952), <34 ma non nel breve saggio sull’autore boemo, bensì in uno scritto dedicato al britannico Gilbert Keith Chesterton il cui atteggiamento, a dire dell’argentino, è sempre a metà tra quello del Kafka di Vor dem Gesetz e la parabola del Pilgrim’s Progress di John Bunyan in cui un uomo affronta i guerrieri che fanno la guardia a un castello sconfiggendoli e riuscendo a entrare in quest’ultimo.
Appare abbastanza chiaro, secondo Sandbank, che Borges identifica nel “kafkiano” il fallimento della ricerca, la riluttanza all’azione, la passività (atteggiamento contrario a quello che emerge dall’opera di Bunyan).
A confermarlo è la scelta, per l’antologia Racconti brevi e straordinari, di alcuni racconti molto particolari di Kafka, vale a dire Das Schweigen der Sirenen, Die Wahrheit über Sancho Pansa e Prometheus, tutti “rovesciamenti” di miti, vecchi e nuovi: le sirene hanno ora il dono del silenzio e Odisseo è un furbacchione, che finge di udirle; Don Chisciotte è il secondo di Sancho Panza; la vicenda di Prometeo diventa una questione insignificante. L’azione dei miti diventa, in Kafka, non-azione.
Un altro riferimento a Kafka è presente nell’opera di Borges intitolata La loterìa en Babilonia (La lotteria a Babilonia, 1941), <35 con una fantomatica «sacra latrina chiamata Qaphqa», che rappresenta il luogo in cui la fantomatica Compagnia che gestisce la lotteria di Babilonia lascia le informazioni.
Infine va notato come Borges riprenda spesso da Kafka il modello dei racconti “multiversione”, di cui Prometheus rappresenta l’esempio più eclatante.
[NOTE]
32 JORGE LUIS BORGES, Tutte le opere, volume 2, Mondadori, Milano 2003, a cura di Domenico Porzio, pp. 577-655.
33 Ivi, p. 653.
34 Ivi, pp. 985-988.
35 Ivi, pp. 666-678.
Giovanni Giri, “Der Anfang des allgemeinen Hellerwerdens”. Kafka, il “kafkiano” e le prime traduzioni italiane di “Die Verwandlung”, Tesi di dottorato, Università di Roma “La Sapienza”, 2019

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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