Nella foto si vede all’orizzonte la Corsica, ripresa dall’amico Giulio Rigotti dalla collina di Montenero di Bordighera (IM) all’alba, qualche tempo addietro.
Anni fa’, qualcuno mi diceva che per molti abitanti di questo lembo di Ponente Ligure l’isola rappresenta una sorta di cordone ombelicale, quasi un ricordo ancestrale di quando, forse, Corsica e Liguria erano unite. In effetti, l’emozione con cui da queste parti si dice “Ho visto la Corsica!” é abbastanza tangibile.
Trovo in tutto questo uno spunto per riflettere e, spero, fare riflettere su quanto un territorio, se amato e vissuto, possa ispirare alte e degne considerazioni. Credo sia un po’ dappertutto così.
Ma la Riviera dei Fiori si presta ancora di più. Per i panorami, per le bellezze naturali, per la prossimità alla Costa Azzurra su cui si affaccia, per i personaggi che qui hanno vissuto, per la storia (anche cosiddetta maggiore), per l’antifascismo, per la Resistenza, per l’assistenza tangibile che alcuni uomini di buona volontà seppero dare negli anni a tanti perseguitati (ebrei, profughi politici). E spesso questi fattori sono anche di personale consolazione rispetto al travaglio economico-sociale e civile, di cui le recenti cronache hanno punteggiato fedelmente la triste evoluzione.
Sussistono diversi ricordi – giustamente – di Francesco Biamonti, il compianto scrittore di San Biagio della Cima (IM), scoperto da Italo Calvino, ma non sempre viene rimarcato appieno il suo impegno contro la superflua cementificazione di questi nostri luoghi.
Su Biamonti si potrebbero, poi, tentare confronti di contenuti e di stile con altri grandi autori per ricavarne comunque soddisfazione culturale e, ne sono convinto, ulteriori conferme del grande respiro delle opere di Francesco: un nome per tutti, Cormac McCarthy.
In conclusione, resto convinto che tutto il mondo sia paese, ma anche che parlare e scrivere di quello che si conosce meglio sia contributo essenziale alla crescita civile e morale della società.