Piuttosto concreto il pericolo che l’allostoria nostrana fallisca il suo pieno inserimento nel canone postmoderno italiano

La modalità di pubblicazione digitale con cui le collane di Delos e Tombolini (o anche Kipple) hanno diffuso lo steampunk italiano, ha fatto sì che, chiusi i canali editoriali tradizionali in seguito all’esaurimento dell’interesse presso il pubblico, per quanto settoriale, nei confronti dell’ucronia pura, in questi ultimi anni la produzione allostorica in realtà restasse sempre costante nel numero di proposte.
Attualmente è difficile prevedere come l’autopubblicazione, senza l’appoggio di editor professionisti e la diffusione di questi testi nei circuiti digitali o nei portali di vendita per corrispondenza, possa incidere nella ricezione e nella produzione letteraria dei prossimi anni, ma di fatto, se si esaminano i testi ucronici prodotti all’inizio del decennio <63, si tratta quasi esclusivamente di opere scritte, pubblicate digitalmente e promosse direttamente dagli stessi autori, tagliando di fatto la mediazione – e la conseguente, seppur relativa, garanzia di qualità – dell’editore.
Però, se di fatto le case editrici i cui contratti con l’autore basati sulla compravendita delle copie cartacee sono sempre esistiti (si pensi all’editore dei testi allostorici di Menzinger all’inizio del 2001), dopo la rivoluzione dell’e-book e la sua diffusione nei canali dell’etere, questa novità sta di fatto costruendo una generazione di prosumer <64 che producono e promuovono liberamente le loro opere senza nessuna forma di rischio economico e con un controllo qualitativo persino inferiore a quello degli editori su commissione.
Di conseguenza, una tipologia narrativa poco frequentata e poco richiesta nell’ambito italiano (al di là del ventennio a cavallo fra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila) quale è l’ucronia pura, non poteva che trovare in questa nuova modalità una valvola di sfogo in cui incanalare opere sulle quali, a prescindere della qualità intrinseca dei testi, raramente un editore – anche specializzato nella letteratura di genere – sarebbe disposto a scommettere.
Se Fabio Oceano, tramite Nexus Edizioni, ripubblica su Amazon.com la sua ucronia fantascientifica “Stella Rossa” <65, assieme a un’altra ucronia pura inedita <66, a spiccare nel panorama dell’autopubblicazione online degli anni Dieci è Alessandro Girola: dopo aver curato nel 2011 la prima antologia di racconti ucronici autoprodotta sul web come coronamento di un concorso letterario organizzato da una rete di blog (“Ucronie impure”, 2011 <67), fa uscire, fra il 2012 e il 2014, una trilogia ucronica scaricabile gratuitamente, dal vago sapore steampunk e con alcuni elementi metanarrativi: “Prometeo e la guerra”. Il ciclo, pur essendo una fantastoria incentrata su una Grande Guerra vinta dagli imperi centrali, considera infatti “Frankenstein” di Mary Shelley una narrazione reale (il Prometeo del titolo) e descrive un esercito austro-ungarico composto da cadaveri rivitalizzati.
Di conseguenza, salvo “Bologna Est”, il quadro della narrazione allostorica nostrana all’inizio degli anni Dieci, sia che si tratti della nicchia steampunk sia che si tratti delle autoproduzioni, appare fortemente condizionato da un immaginario piuttosto banale e prevedibile, aperto certamente a tutte le contaminazioni possibili (alte o basse che siano), ma ormai sostanzialmente privo di possibilità di sviluppo e innovazione.
Se le nuove modalità di autopubblicazione digitale hanno fatto sì che il filone ucronico italiano non si esaurisse del tutto, bisogna ammettere che la definitiva ghettizzazione di questa forma letteraria nella produzione dilettantesca ha il rischio di depotenziare questa tipologia narrativa, costringendola nelle barriere anguste del genere e soffocando così completamente le capacità e l’originalità che l’ucronia pura italiana aveva saputo far presagire nei decenni precedenti.
Non si può certo escludere a priori che da questi ambiti possa emergere un’opera rilevante, però bisogna ammettere che le premesse attuali non sono poi così rosee e il pericolo che l’allostoria nostrana fallisca il suo pieno inserimento nel canone postmoderno italiano – a differenza di quanto successo in altri sistemi letterari – è piuttosto concreto, chiudendosi così nella gabbia delle autopubblicazioni degli appassionati o nella produzione schematica e massificata di un genere (quale è lo steampunk) in cui le tendenze dirompenti e rivoluzionarie dell’ucronia vengono svuotate.
[NOTE]
63 Sorvolando persino sul fenomeno dello steampunk italiano, con tutti i suoi limiti che, di fatto, hanno aumentato il divario fra l’ambito italiano e i sistemi letterari che presentano ucronie pure mature ormai regolarmente, come quello statunitense (si pensi al solito esempio emblematico di The Plot Against America di Philip Roth, punta dell’iceberg di una produzione variegata e consolidata nel mercato di oltreoceano)
64 «Espressione, coniata da Alvin Toffler nel libro The third wave (1980): è una crasi dei termini producer e consumer che indica un consumatore che è a sua volta produttore o, nell’atto stesso che consuma, contribuisce alla produzione. Il termine nasce per descrivere il protagonismo dei consumatori in un’epoca che usciva dalla produzione seriale di massa per aderire alla molteplicità dei gusti e delle tendenze dei cittadini delle ricche società del primo mondo; un’epoca ancora totalmente analogica e nella quale la globalizzazione appariva soprattutto come un’opportunità di delocalizzare produzioni di beni in Paesi del terzo mondo dal basso costo del lavoro. Caduto quasi in desuetudine, il prosumer è tornato di attualità nell’era digitale e particolarmente dopo il 2001, quando Internet – reagendo allo shock dell’11 settembre – ha insistentemente cercato la collaborazione del cliente consumatore.» in Enciclopedia della scienza e della tecnica, Treccani, 2008, http://www.treccani.it/enciclopedia/prosumer_%28Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica%29/ (online il 04.12.2014).
65 Vincitore nel 2006 del premio Fantascienza.com, è un’ucronia fantascientifica in cui un’astronave sovietica (proveniente da un mondo nel quale l’URSS ha vinto la guerra fredda) piomba nel nostro mondo attraverso un wormhole.
66 Battaglia per l’Italia (2013) delinea una versione alternativa e non fantafascista della fine del secondo conflitto mondiale: l’Italia viene divisa in varie aree di influenza controllate dalle potenze alleate. Un altro testo della stessa serie, Britannia (2014), invece è un’opera che presenta solo alcune vaghe caratteristiche ucroniche, ma di fatto è un fantasy steampunk.
67 Va sottolineato che, nonostante la marginalità e il carattere dilettantesco, la qualità letteraria di una buona parte dei racconti non è assolutamente inferiore a quella di tutte le antologie di testi ucronici precedenti e alcune divergenze sono piuttosto originali (cfr. Appendice).
Emiliano Marra, Storia e contro-storia. Ucronie italiane: un panorama critico, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 2013-2014

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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