Frescura silvestre, rotolare di acque argentate,
soffuso rumore di foglie, a parlarsi fra loro,
saltellio di volatili in gioco.
Passi pesanti, affardellati, leggeri.
Poi, vociare deciso, risate, sudori.
Il bosco si tace in ascolto, curioso.
Strofe di canti incompleti, stonati,
passi di corsa, mani sguazzanti nell’acque.
bandierine rosse e bianche tracciano lampi,
Suon di fischietto, grida in risposta.
Torna il silenzio, solenne, che il bosco rispetta. Si alzano teli come funghi sul muschio,
diversi noccioli cadono al suolo,
da accetta colpiti e da mani legati,
per tavoli e col fango diventan cucine. Diavolerie: pensa la quercia antenata,
bambini : dicon le felci ridendo,
ma lavorano! : stupore dei funghi sornioni
Esploratori ! Grida l’adulto. Mani intrecciano corde, fan nodi,
Mani spaccan dei legni, fan fuochi,
Mani lungo sui fianchi, occhi attenti, felici.
Bocche emettono suoni, son canti. Il bosco si muove danzando,
la brezza rinfresca quei volti seri, convinti,
il canto entra nel sangue, rinvigorisce.
E ancora oggi ripeto: “Ah! Io vorrei tornare anche solo per in dì”….. E mi impasticcio la voce, che cade,
Ricomincio commosso, mi alzo in attenti
E i miei occhi rivedon..”….lassù nella valle alpi-i-ina”…
…” distendermi a terra e sognar “! Giulio Panciroli
(Una poesia dedicata al mondo degli scout da un ex-scout)