Fernand Braudel descrive le caratteristiche di tre differenti storie

Fernand Braudel, nella prefazione al suo celebre saggio “La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II”, <17 descrive le caratteristiche di tre differenti storie, ciascuna connotata da una diversa velocità: si tratta di una distinzione assai ricca di implicazioni metodologiche, sulla quale è pertanto interessante soffermarsi per un momento.
Vi è innanzitutto una storia «quasi immobile», che corrisponde alla storia dell’essere umano nella sua relazione con il mondo che lo circonda: si tratta di un fluire estremamente lento, caratterizzato da continui cicli ricorrenti, come ad esempio il ciclo delle colture o l’avvicendarsi delle stagioni.
Vi è poi una storia «sociale, lentamente ritmata», propria delle civiltà, dei gruppi di uomini, degli stati, le cui tensioni possono sfociare nella guerra, evento complesso la cui eziologia, precisa l’autore, non è legata a responsabilità di singoli individui.
Troviamo infine la storiografia tradizionale, il cui oggetto di studio è invece la storia évémentielle, che pone l’accento sull’individuo, mettendo in secondo piano – quando non le ignora del tutto – le collettività: si tratta di una storia, spiega Braudel, che è un mero movimento «di superficie», caratterizzato da «oscillazioni brevi, rapide, nervose»; si tratta, certo, afferma l’autore, di una storia appassionante, ma nel contempo pericolosa, in quanto legata a singoli avvenimenti che a volte vengono illusoriamente spiegati in se stessi. <18
Uno dei più celebri esempi di studio della storia in una prospettiva di longue durée è illustrato dal saggio “I Re Taumaturghi” di Marc Bloch, <19 testo che si occupa della credenza secondo la quale i sovrani avevano il potere di curare la scrofola, mediante il semplice tocco rituale del malato. Tale convinzione, rivelatrice di un peculiare modo di concepire il potere politico del re, è attestata in Inghilterra e in Francia tra il Medioevo e il Settecento: si tratta dunque di un elemento difficilmente rilevabile da una storiografia évémentielle, in quanto resterebbe inevitabilmente sullo sfondo di una scena nella quale si muovono singoli personaggi e si realizzano avvenimenti puntuali e spesso sovraccaricati di significato.
Per quanto concerne il contesto italiano, come ricorda Luciana Bellatalla, la prima generazione di storici che si ispirano alla lezione delle Annales – senza però abbandonare la lezione dei classici – compare dopo la caduta del fascismo, inaugurando una fase nuova, nella quale entrano nel panorama storiografico della penisola temi fino ad allora non considerati. <20
A questa prima epoca di innovazione, continua Bellatalla, succede una seconda generazione, con la quale si intensifica il legame con la “Nouvelle Histoire” e aumenta l’interesse per l’indirizzo della storia sociale dell’educazione, orientato a comprendere la complessità etico – sociale e politica nell’ormai riconosciuta molteplicità di ambiti del mondo educativo. <21 Come afferma efficacemente l’autrice,
«Se le “Annales” avevano segnato, per così dire, la pan-storicizzazione dell’esistenza, questa fase della ricerca storico-educativa suggerisce la possibilità e la legittimità di leggere il mondo in tutti i suoi aspetti dell’esperienza umana e in tutte le sue declinazioni, sub specie educationis». <22
A questa fase segue poi, negli anni più recenti, una terza generazione di storici, i quali concentrano i propri studi sulla dimensione della microstoria, <23 approccio che non tarda a mostrare chiaramente i propri limiti, in particolare per quanto riguarda la capacità di portare ad una comprensione dei fenomeni in una scala più generale;24 la microstoria, avverte l’autrice, rischia infatti di offuscare «quel legame tra congegno concettuale e eventi/istituzioni/soggetti legati all’educazione». <25
Si produce di conseguenza la tendenza ad un ritorno agli approcci degli storici generali, con una correlativa «delegittimazione di tutte le fonti non riconducibili all’archivio», anche se, osserva ancora Bellatalla, sarebbe auspicabile un approccio diverso, «meno semplificatorio e esclusivista». <26
Prima di passare alla seconda parte del capitolo, nel quale ci si soffermerà sulle fonti utilizzate per questa ricerca, è necessario un cenno a quello che è parso l’elemento più affascinante della lezione delle Annales, l’idea di una storia come dimensione corale: come afferma infatti Braudel, la storia non è narrazione di avvenimenti puri e semplici e dunque non è soltanto misura dell’individuo, bensì di tutti gli uomini e della realtà della loro vita collettiva. <27
[NOTE]
17 BRAUDEL, F. (1949). La Méditerranée et le monde méditerranéen à l’époque de Philippe II. Paris: Armand Colin. (trad. it. Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, Einaudi, Torino, 1991).
18 Ivi, p. 37.
19 BLOCH, M. (1924). Les rois thaumaturges. Etude sur le caractère surnaturel attribué à la puissance royale particulièrement en France et en Angleterre. Strasbourg : Istra ; Paris : Humphrey Milford : Oxford University press, (trad. it. I re taumaturghi, S. Lega transl., Einaudi, Torino, 1989).
20 BELLATALLA, L. (2016). “Storia dell’educazione. Un bilancio generazionale”, Rivista di storia dell’educazione, (3), 57-65. Un lavoro assai significativo nell’ambito storico-pedagogico italiano di questa fase è BORGHI, L. (1951). Educazione e autorità nell’Italia moderna. Firenze: La Nuova Italia.
21 BELLATALLA, L. (2016). “Storia dell’educazione. Un bilancio generazionale”, cit.
22 Ibidem.
23 A proposito della microstoria si veda il par. 1.5.2.
24 «[…] tale passaggio, infatti, richiede o richiederebbe un salto di qualità notevole in modo da fare della micro-realtà studiata una sorta di grimaldello per passare ad altro o per ricondursi ad una visione d’insieme. Ma ciò, sfortunatamente, non accade o accade di rado». Ibidem.
25 Ibidem..
26 Ibidem.
27 BRAUDEL F. (1997). Histoire, mesure du monde, (trad. it., 1998, Storia misura del mondo, Il Mulino, Bologna, 1998), p. 35.
Luca Andrea Alessandro Comerio, Le colonie di vacanza italiane nel periodo 1968-1990: una pedagogia in transizione tra spinte attivistiche ed eredità del passato, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Anno Accademico 2018-2019

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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