La partecipazione di Calvino al movimento della Resistenza aveva sicuramente toccato la sensibilità di Nono

Il rapporto tra Calvino e Nono risale agli anni Cinquanta, al periodo della guerra fredda e alle frequentazione torinesi di Nono: Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Massimo Mila. L’intenzione di collaborare fu ribadita più volte da entrambi “fare una cosa con te mi piacerebbe moltissimo” <722 ma non arrivò mai a conclusione, probabilmente anche per il loro spiccato senso critico.
La cordialità del rapporto è confermata dall’appellativo “mio carissimo amico” riferito a Nono in una lettera di Calvino a Suso Cecchi <723.
Massimo Mila nel 1958 aveva favorito il contatto tra Nono e Calvino “buongiorno Italo Calvino […] ho un’idea per un teatro nuovo nella sua funzione e nella sua realizzazione nel nostro tempo […] non mi è necessario un ‘libretto’, roba da museo. Ma la fantasia creatrice di un uomo d’oggi.” <724 alla quale Calvino risponde dopo pochi giorni per concordare un incontro “Caro Nono, ho ricevuto la Sua lettera piena di baldanza e di entusiasmo, e m’ha fatto piacere, anche perché Mila m’aveva parlato molto bene di Lei. […] Cordialmente. Calvino” <725
Ne scaturirono due soggetti drammatici “Monica” e “La Bomba addormentata nel bosco” inviati a Nono il 12 gennaio del 1959 <726 ma che non furono poi sviluppati. Nono lo riferisce in una lettera a Mila di poco successiva:
“Calvino ha avuto finalmente ‘l’idea folgorante’!!!
molto bella e nuova”. <727
Ma la collaborazione non si concretizzò mai, nonostante la stima reciproca le differenze di carattere e di visione, come è confermato nella lettera di Calvino al musicologo tedesco Matthias Theodor Vogt:
“Ammiravo Nono per il suo entusiasmo innovatore e la sua simpatia umana ma mi sentivo molto lontano dal suo mondo drammatico e soprattutto dalla passione politica che voleva esprimere nella musica e nella azione scenica. Ciononostante Nono continuava a credere che io fossi lo scrittore che andava bene per lui.” <728
Calvino scrisse una lunga e amichevole lettera a Nono il 25 settembre 1966, pochi giorni dopo aver assistito alla prima esecuzione di “A floresta é jovem e cheja de vida”. In quella lettera Calvino esprimeva le riflessioni che il brano gli aveva suscitato e riconosceva che “A floresta” aveva avuto “l’effetto di spingermi a ripensare e cercare definizioni per le cose che più contano.” <729 È evidente che la “rappresentazione della guerra” <730 ha sollecitato in lui il confronto con le sue personali esperienze della guerra partigiana e in particolare che “l’elemento essenziale per ogni combattente è l’udito”. <731
“A ben vedere, l’elemento dominante nei bombardamenti è il silenzio […] ‘A floresta’ mi ha portato a ripensare alla guerra nella sua essenza acustica che è fondamentale.” <732
Calvino trova considerevole anche la dimensione sociale e il contesto dell’opera, il suo “essere voce d’un epoca d’incertezza drammatica, di smarrimento della rivoluzione nel mondo. E molto apprezzo la tua coralità che abbraccia le lingue più diverse, la postulazione internazionalista, il vedere la lotta come una.” <733
In questo senso, la partecipazione di Calvino al movimento della Resistenza aveva sicuramente toccato la sensibilità di Nono. La sua sintonia con la descrizione di Calvino del clima del dopoguerra si può riconoscere nelle sottolineature che Nono ha tracciato nelle pagine di prefazione al romanzo “Il sentiero dei nidi di ragno” del 1947, soprattutto l’urgenza di testimoniare e raccontare.
“dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale […] La rinata libertà di parlare fu per la gente al principio smania di raccontare. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l’aspro sapore, il ritmo…” <734
In conclusione, si può riconoscere che la molteplicità e il tempo sono state tra i temi che hanno maggiormente improntato le opere sia di Calvino che di Nono durante tutta la loro vita come anche ben espresso nella seguente considerazione di Impett: “Narration establishes proportion, description merely levels. Lukàcs’ assertion that epic narration requires a complex, non-linear relationship with time and events, is already reflected in ‘Il canto sospeso’; the complexity of time becomes a major structuring principle in the later works. Again we found a resonance with the contemporaneous investigations of Calvino.” <735
[NOTE]
722 Calvino Italo, Lettere 1940-1985, (1 giugno 1963) Mondadori, Milano, 2000, p. 749.
723 Calvino Italo, Lettere 1940-1985, (17 marzo 1959) Mondadori, Milano, 2000, p. 585.
724 Nono Luigi, lettera a Italo Calvino, 23/10/1958.
725 Calvino Italo, Lettera a Luigi Nono, 30/10/1958, non pubblicata, Archivio Luigi Nono, Venezia P24.01/01.
726 Calvino Italo, Lettera a Luigi Nono, 12/1/1959, “Caro Gigi, Ecco l’idea. Vedi tu. Cari auguri. Calvino” non pubblicato, Archivio Luigi Nono, Venezia P24.01/02.
727 Luigi Nono, Lettera a Mila del 15 febbraio 1959, in Massimo Mila e Luigi Nono, Nulla di oscuro tra noi, Lettere 1952-1988, a cura di A.I. De Benedictis e V. Rizzardi, Il Saggiatore, Milano, 2010, pp. 11-13.
728 Calvino Italo, Lettere 1940-1985, (agosto 1984) Mondadori, Milano, 2000, p. 1525.
729 Calvino Italo, Lettere 1940-1985, (settembre 1966) Mondadori, Milano, 2000, pp. 934-937.
730 Ibidem.
731 Ibidem.
732 Ibidem.
733 Ibidem.
734 Calvino Italo, Il sentiero dei nidi di ragno, Einaudi, Torino 1947, Archivio Luigi Nono, Venezia, le sottolineature riproducono quelle autografe di Luigi Nono.
735 Impett Jonathan, Routledge Handbook to Luigi Nono and Musical Thought, Routledge, London, 2018, p. 145.
Luigi Finarelli, Il poeta della termodinamica e il maestro di suoni e silenzi. Tempo e musica tra Ilya Prigogine e Luigi Nono, Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Bergamo, Anno Accademico 2019-2020

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

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