Una volta la scuola era una scuola per pochi, quando le ragazze non studiavano come i maschi: scuola con due costanti d’oggi e ieri “paga scarsa dei Docenti” e divisioni tra “precari” e “di ruolo”
La scuola è sempre stata una palestra di vita, ove ognuno crede a suo modo d’aver goduto di trionfi e d’ingiustizie …
Ma, pur con tutti i moderni problemi, è oggi sicuramente una scuola democratica e per tutti.
A Genova l’Università era ancora un’utopia, i “giovani bene” studiavano a casa o comunque privatamente assieme a compagni della stessa condizione con i Pedagoghi, di tipo diverso anche per i diversi livelli: prima d’andare in qualche Università di altro Stato Italiano.
Per le persone comuni “Università” poteva sembrare di tutto: più frequentemente era sinonimo di associazione popolare, di Comunità, di Municipio…non certo di “Centro degli Studi”: se poi si diceva “Università degli Studi” eran pochi quelli che capivano….
Il lato buono era che tutti quelli che ottenevano una Laurea Universitaria non avevano problemi a trovare una sistemazione consona al titolo conseguito; ma eravam sempre lì … quei fortunati erano i figli dei potenti …
Allora l’Università, come già accennato, era un’utopia per le “persone normali” …. già “normali per ceto”, magari anche “poveracci” e magari talentuosi e senza soldi per studiare … così fuggivano i cervelli, anzi si disperdevano nel bracciantato….
Per non parlare delle ragazze che non avevano titolo a studiare come i maschi sempre che non fossero di gran casata e, cosa rarissima, non avessero un padre (i padri comandavano … le madri brigavano) lungimirante che le volesse far studiare come un maschio….ma sempre privatamente…andare all’Università era impossibile, almeno fi a quando uomini illuminati come G. Morardo di Oneglia e Maria Pellegrina Amoretti sempre di Oneglia, donna di intelletto straordinario, non cominciassero a mescolare -tra tante opposizioni- le carte in tavola…
Furono talora i padri famiglia dei ceti rurali che si autotassarono per far studiare i figli almeno sì da leggere e scrivere e far di conto e non esser imbrogliati, come accadde a Pompeiana…anche se le vacanze si interrompevano quando i giovani dovevano aiutare i grandi nei lavori dei campi
Capitava anche qualche singolo benefattore, come tal Vitaliano Maccario di San Biagio della Cima che creò a sue spese una scuola per ragazze ma con tutti i limiti che gli derivavano dall’esser scuola ideata da un religioso ed antinapoleonico: per quanto religioso di gran cuore….
Finchè le cose non accelerarono e poi si prepararono le strade al Risorgimento e giunsero uomini nuovi come Michele Ponza…e poi si ebbero le leggi unitari e finalmente i veri libri scolastici…quelli per tutti….
Quindi tutto cambia nella scuola…da sempre: una costante rimangono però dal tempo di tempi (fatte rare eccezioni) le difficoltà economiche dei “Prof.”, con l’eterna distinzione tra “precari” e “di ruolo od ordinari”. Al punto che ad Oneglia si pubblicò questo emblematico “Scherzo” poetico per nozze: di un professore non di ruolo che si complimenta con un collega diventato di ruolo e che può coronar l’amore…mentre lui il “precario” si sente votato alla castità….
di Bartolomeo Durante in Cultura-Barocca