Nel 1991 pubblica la sua opera più nota, “Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza”

Claudio Pavone <95, storico e archivista tra i più importanti del Novecento, nasce a Roma il 30 novembre del 1920 <96. Laureato in giurisprudenza, durante la Seconda guerra mondiale presta servizio militare ai confini con la Svizzera e l’Austria annessa alla Germania. Dal 1943 prende parte alla Resistenza <97. Si avvicina al Partito Socialista d’Unità Proletaria (PSIUP) e, sotto la guida di Eugenio Colorni, si impegna nella diffusione di materiali clandestini antifascisti <98. La sua attività propagandistica viene però ben presto interrotta. Il 22 ottobre del 1943 Claudio Pavone è infatti arrestato mentre tenta di disfarsi di alcune copie dell’“Avanti” e di altro materiale di propaganda, gettando il tutto all’interno di un’auto parcheggiata con il finestrino abbassato lungo via Cagliari a Roma. Sorpreso da due agenti in borghese viene caricato nella vettura che sfortunatamente apparteneva proprio al commendatore Guido Leto, capo della Divisione della Polizia politica del Ministero dell’Interno <99, e portato in commissariato. Dopo qualche notte in cella, Pavone viene trasferito nel carcere di Regina Coeli e successivamente in quello di Castelfranco Emilia dove rimane fino all’agosto del 1946 <100. Durante l’esperienza carceraria, come ricorda lo stesso Pavone, prende contatti con Nestore Tursi, un comunista dalla personalità carismatica, che lo introduce ai principi rivoluzionari <101. Grazie alla intercessione dello zio Giuseppe, generale di corpo d’armata, Pavone viene scarcerato il 20 agosto del 1944, munito di un lasciapassare grazie al quale entro quattro giorni avrebbe dovuto arruolarsi nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana (RSI) <102. Con il supporto di un altro fratello del padre, lo zio Cesare, industriale di Milano, una volta raggiunto ottiene un’identità clandestina con il nome di Carlo Pastini, nato nel 1915 e quindi non arruolabile <103. Con la collaborazione dell’amico Delfino Insolera si avvicina al Partito Italiano del Lavoro (PIL) e sul finire del 1945 i due riescono a tornare a Roma. Sotto la direzione di Leone Krakmalnikoff si impegnano nella redazione di “La Verità”, che contribuiscono a fondare e di cui viene pubblicato il primo numero il 10 dicembre 1945 <104. La vita del giornale è però breve e termina il 9 settembre del 1946. Poco dopo Pavone, con altri collaboratori, partecipa a «[…] una nuova esperienza editoriale che aveva avviato le pubblicazioni a Bergamo il 20 febbraio 1946, “La cittadella”» <105. In seguito, grazie a Delfino Insolera e Roberto Guiducci, si impegna nella redazione de “I fogli di discussione”, con l’intento di raccogliere e restituire il patrimonio di riflessioni politiche e sociali maturato nel corso delle precedenti esperienze editoriali <106.
Sempre con Insolera e con Piero D’Angiolini, Pavone riprende gli studi e si iscrive alla Facoltà di Filosofia, entrando a far parte anche della redazione di “Università Nuova” <107. Non conseguirà mai la laurea ma questa esperienza lo segna profondamente: “Rileggendo gli appunti presi in quegli anni sulle letture che facevo, le conversazioni che avevo dentro e fuori l’università, compare un interesse per la filosofia maggiore di quello per la storia. La storia veniva incontro ai miei interessi politici e civili e al bisogno di concretezza, ma la filosofia mi dava, o avrebbe dovuto darmi, gli strumenti per chiarificare anche quegli interessi. Tutto si concentrava nel desiderio, direi nell’ansia, di cogliere il significato della vita mia e di tutti, cioè del passato e del presente, così da poter vagheggiare non arbitrariamente il futuro” <108.
Nel dopoguerra Claudio Pavone partecipa a vari concorsi pubblici sia come archivista che come docente. Diventa professore in un liceo classico di Velletri (1949-1950) e ottiene il ruolo presso il liceo scientifico di Fermo <109. Non volendo allontanarsi dalla moglie, incinta della prima figlia, decide di accettare l’incarico presso l’Archivio di Stato di Roma, avendo vinto anche quel concorso nel 1948 <110. Inizia quindi a lavorare a Sant’Ivo negli ex spazi della Sapienza con Giampiero Carocci, Costanzo Casucci, Piero D’Angiolini e Vittorio Stella.
Proprio in questi anni pubblica il suo primo contributo archivistico <111, le cui considerazioni metodologiche, secondo Isabella Zanni Rosiello <112, verranno poi sviluppate nel più noto articolo del 1970 “Ma è poi tanto pacifico che l’archivio rispecchi l’istituto?” <113. Nel 1952 Pavone cura la traduzione dell’opera di Voltaire “Zadig o il destino: storia orientale” <114 e recensisce alcuni volumi di carattere prevalentemente storico <115.
Fin dal suo ingresso nell’amministrazione archivistica, Pavone focalizza i suoi studi sulla storia delle istituzioni che verranno poi approfonditi durante la collaborazione con la redazione del “Dizionario biografico degli Italiani” <116. Partecipa attivamente anche alla creazione degli Istituti di storia della Resistenza e, grazie all’incontro con Ferruccio Parri e Franco Venturi, collabora con l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) fin dalle sue prime attività scientifiche <117. Diventa membro anche dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza (IRSIFAR) <118. Successiva, ma meno nota, la sua costante collaborazione con la Fondazione Basso negli anni Settanta, all’interno della quale era stato costituito un comitato scientifico per la sezione storica <119.
Dal 1952 al 1964 Claudio Pavone è direttore dell’Archivio di Stato di Teramo <120 per poi essere trasferito all’Ufficio centrale degli Archivi di Stato (Direzione Generale dell’Amministrazione Civile, Ministero dell’Interno) dove si occupa della rivista “Rassegna degli Archivi di Stato” <121 ed è ideatore dell’Ufficio Studi e Pubblicazioni <122. In questa veste Claudio Pavone inizia un’attenta ricognizione degli inventari degli archivi dei governi straordinari e provvisori in Italia (1859-1861) del cui lavoro avrebbe poi dato conto in un importante contributo del 1961 <123. Nel 1963 la sua vivace curiosità intellettuale lo spinge a proporre al prefetto Giulio Russo di microfilmare i testi delle trasmissioni di Radio Londra e quindi inizia a lavorare presso il BBC Written Archives Centre <124. Poco dopo, nell’ambito di uno scambio culturale internazionale tra amministrazioni, intraprende un viaggio di circa un mese in Russia <125, esperienza raccontata in un diario scritto all’epoca e pubblicato nel 2016 con il titolo “Aria di Russia: diario di un viaggio in URSS” <126. In questi anni nel quadro del vivo dibattito sui beni culturali <127 e sul ruolo degli archivi all’interno del Ministero, Pavone formula il testo base del DPR del 30 settembre 1963, n. 1409, la Legge sugli archivi, e contribuisce in misura significativa alla definizione degli assetti istituzionali dell’amministrazione archivistica italiana <128.
Lo studioso continua comunque a lavorare assiduamente sulla storia delle istituzioni con rinnovato interesse per il diritto costituzionale e amministrativo, memore dei suoi studi giurisprudenziali, e pubblica un importante volume sul tema <129. L’impegno nella storia delle istituzioni e l’ormai consolidato sapere accumulato negli anni all’interno degli archivi saranno decisivi per la progettazione e lo sviluppo della “Guida generale degli Archivi di Stato” <130, il cui primo volume viene pubblicato nel 1981 con Piero D’Angiolini e con la preziosa collaborazione dei capiredattori: Paola Carucci, Antonio Dentoni-Litta e Vilma Piccioni Sparvoli. Come è noto, successivamente sarebbero stati pubblicati altri tre volumi nel 1983, nel 1986 e nel 1994 <131. La monumentale opera si pone a sostegno della convinzione dei suoi ideatori in merito al fatto che gli archivi dovessero rientrare nel più ampio sistema dei beni culturali <132. Erano del resto gli anni in cui si dibatteva sulla costituzione del Ministero dei Beni Culturali e l’Ambiente, avvenuta poi nel 1974. Nello stesso anno, Pavone insegna presso l’Università degli studi di Pisa <133, in qualità di docente incaricato di Storia degli Stati italiani. Rimane a Pisa fino al pensionamento nel 1990 diventando professore associato <134. In questi anni la produzione scientifica di Claudio Pavone si intensifica, approfondendo fenomeni storici in parte trattati in precedenza ed altri completamente nuovi <135.
Nel 1991 pubblica la sua opera più nota, “Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza” <136 alla quale seguirà, sullo stesso tema ma con un approccio memorialistico e, dunque, completamente diverso, “La mia resistenza. Memorie di una giovinezza”. <137 Continua comunque ad occuparsi di archivi, partecipando ai lavori redazionali del “Codice dei Beni Culturali” <138 e a quelli della commissione del Ministero dell’Interno per la concessione dei permessi di consultazione dei documenti d’archivio prima della data fissata per legge, voluta dagli onorevoli Giorgio Napolitano e Walter Veltroni <139. Terminata l’esperienza accademica, Claudio Pavone prosegue il suo impegno negli istituti storici (INSMLI, IRSIFAR, SISSCO, Fondazione Basso) tenendo dei corsi anche presso l’Istituto superiore di Studi Filosofici a Napoli. <140 Tra gli anni 1995-1999 è presidente dalla Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO) <141 e assume anche la direzione della rivista “Parole Chiave” (1993-2012) <142. Nel 2005 riceve il prestigioso titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana <143.
Scompare a Roma il 29 novembre 2016.
[NOTE]
95 La biografia di Claudio Pavone è stata ricostruita anche sulla base delle memorie scritte dallo studioso dopo il suo pensionamento di cui decise di pubblicare solo la prima parte in CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, Roma, Donzelli, 2015. Ringrazio tutta la famiglia del professor Pavone per avermi fatto consultare il dattiloscritto delle memorie e in particolar modo la figlia Sabina il cui ruolo è stato determinante per lo sviluppo della ricerca.
96 Il nonno, Carlo fu tra i partecipanti ai moti cilentani del 1848. Per un approfondimento sulla famiglia di Claudio Pavone si veda: AGOSTINO BISTARELLI, La famiglia Pavone, «Parole Chiave. Claudio Pavone» (2019), 1, 2, pp. 93-104.; MASSIMO DI MATTEO, La Santa Alleanza di Terra, Capitale e Lavoro: una risposta al socialismo nell’era crispina, «Studi Senesi» (2016), CXXVIII, pp. 635-655.; CARMINE PINTO, Carlo Pavone, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto dell’Enciclopedia Italia, Roma, 2014, [https://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-pavone_(Dizionario-Biografico)/].
97 CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, cit., p. 11.
98 GIANCARLO MONINA, Il dopo guerra: da «La Verità» a «Discussioni» (1945-1950), «Parole Chiave. Claudio Pavone» (2019), 1, 2, p. 106.
99 Prima parte, Memorie private di Claudio Pavone.
100 GIANCARLO MONINA, Il dopo guerra: da «La Verità» a «Discussioni» (1945-1950), cit., p. 107. L’arresto e l’esperienza detentiva vengono descritte in CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, cit.
101 CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, cit., pp. 90-91.
102 Prima parte, Memorie private di Claudio Pavone.
103 GIANCARLO MONINA, Il dopo guerra: da «La Verità» a «Discussioni» (1945-1950), cit., p. 107.
104 ACS, Fondo di Claudio Pavone, Formazione giovanile-Prime esperienze editoriali, b.160, fasc. 1, «La Verità. 1941-1949»; b.164, fascc. 5-6, «La Verità.1946».
105 GIANCARLO MONINA, Il dopo guerra: da «La Verità» a «Discussioni» (1945-1950), cit., p. 116.
106 ivi, p. 119.
107 ACS, Fondo di Claudio Pavone, Formazione giovanile-Prime esperienze editoriali, b.164, fasc.3, «Università Nuova».
108 Prima parte, Memorie private di Claudio Pavone.
109 MIRCO CARRATTIERI, Un’ opera che «esce ma anche fuorisce dagli Istituti». Claudio Pavone e l’INSMLI, in Mestiere di storico e impegno civile, a cura di MARCELLO FLORES, Roma, Viella, 2019, p. 106. Si veda anche: CLAUDIO PAVONE, Memorie: dall’esperienza del fascismo al dopoguerra, «Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche» (2000), 7, pp. 401-410.
110 CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, cit., p. 1.
111 CLAUDIO PAVONE, L’archivio di una poco nota magistratura pontificia: la «Congregazione di revisione dei conti consuntivi arretrati anteriori al 1848», «Notizie degli Archivi di Stato» (1951), XI, 2-3, pp. 87-90.
112 ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Su Claudio Pavone che ha preso molto sul serio il lavoro archivistico, «Parole Chiave. Claudio Pavone» (2019), 1, 2, p. 20.
113 CLAUDIO PAVONE, Ma è poi tanto pacifico che l’archivio rispecchi l’istituto?, «Rassegna degli Archivi di Stato» (1970), XXX, 1, pp. 145-149.
114 FRANÇOIS MARIE AROUET VOLTAIRE, a cura di CLAUDIO PAVONE, Voltaire, Zadig o Il destino: storia orientale, Milano, Universale Economica, 1952.
115 CLAUDIO PAVONE, Recensione a: V. Franchini, Gli indirizzi e la realtà del Settecento economico romano, Milano, Giuffrè, 1950, «Società» (1951), VII, 1, pp. 183-184.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: Voltaire, «Il secolo di Luigi XIV», Torino, Einaudi, 1951, «Società» (1951), VII, 3, pp. 571.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: F. Battaglia, «Filosofia del lavoro» , Bologna, C. Zuffi Editore, 1951, «Rassegna di filosofia» (1952), I, pp. 67-70.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: J. Jaurès, «Storia socialista della rivoluzione francese», a cura di G. Manacorda, Milano, Cooperativa del libro popolare, 1953, «Società» (1953), IX, pp. 454.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: G. La Fiera, «Renan politico», Torino, De Silva, 1953, «Società» (1953), IX, 3, pp. 454-455.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: G.G. Sabine, Storia delle dottrine politiche, Milano, Edizioni di comunità, 1953, «Movimento operaio» (1954), 1, pp. 149-153.; CLAUDIO PAVONE, Recensione a: E. Morelli, “La politica estera di Tommaso Bernetti, segretario di Stato di Gregorio XVI, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1953, «Società» (1954), X, 4, pp. 712-713.
116 Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana,
117 MIRCO CARRATTIERI, Un’ opera che «esce ma anche fuorisce dagli Istituti». Claudio Pavone e l’INSMLI, cit., p. 106.
118 SALVATI MARIUCCIA, Caludio Pavone, «Parole Chiave. Claudio Pavone» (2019), 1, 2, p. 14.
19 ivi, p. 13.
120 STEFANO VITALI, La moralità delle istituzioni: profilo di un archivista, in Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone, a cura di ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali. Dipartimento per i beni archivistici e librari. Direzione generale per gli archivi, 2004, p. 735.
121 ISABELLA ZANNI ROSIELLO, Su Claudio Pavone che ha preso molto sul serio il lavoro archivistico, cit., p. 20.
122 Sull’Ufficio studi e pubblicazioni si rimanda alla documentazione conservata presso l’Archivio centrale dello Stato, Carte Pavone, Direzione generale degli Archivi di Stato, Divisione Studi e pubblicazioni al momento non riordinata: https://search.acs.beniculturali.it/OpacACS/guida/IT-ACS-AS0001-0001970.
123 CLAUDIO PAVONE, Gli archivi dei governi provvisori e straordinari (1859-1861), Roma, Pubblicazioni degli archivi di Stato, 1961.
124 Memorie private di Claudio Pavone.
125 Per un approfondimento si veda: DARIO TARABORRELLI, Un archivista oltre la cortina di ferro. Il viaggio di Claudio Pavone in Unione Sovietica, «Quaderni. Il mondo degli archivi» (2018), 4, pp. 1-102.
126 CLAUDIO PAVONE, Aria di Russia: diario di un viaggio in URSS, Roma; Bari, Laterza, 2016.
27 Cfr. CLAUDIO PAVONE, Il dibattito in Italia, in Conferenza nazionale degli archivi, Roma, Archivio centrale dello Stato, 1-3 luglio 1998, Roma, Ministero per i Beni e le Attività culturali. Ufficio centrale per i beni archivistici, 1999, pp. 331-339.
128 Al tal proposto si veda: CLAUDIO PAVONE, Gli Archivi di Stato, «Gli archivi: proposte di collaborazione per una migliore tutela. Quaderni di Italia Nostra» (1973), 10, pp. 14-28.; LINDA GIUVA, Un archivista militante: il contributo di Claudio Pavone agli archivi italiani, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari» (2017), XXXI, pp. 325-348.
129 CLAUDIO PAVONE, Amministrazione centrale e amministrazione periferica: da Rattazzi a Ricasoli, (1859-1866), Milano, Giuffrè, 1964
130 PIERO D’ANGIOLINI, CLAUDIO PAVONE, PAOLA CARUCCI, ANTONIO DENTONI LITTA, VILMA PICCIONI SPARVOLI, Guida generale degli archivi di Stato italiani, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1981
131 Si veda: CLAUDIO PAVONE, PIERO D’ANGIOLINI, La Guida generale degli Archivi di Stato italiani: un esperienza in corso, «Rassegna degli Archivi di Stato» (1972), XXXII, 2, pp. 285-305.
132 CLAUDIO PAVONE, PIERO D’ANGIOLINI, Gli archivi, in Storia d’Italia. I documenti, vol. V, Torino, Einaudi, 1973, pp. 1661-1691.
133 ACS, Fondo di Claudio Pavone, Attività didattica e scientifica – Università degli studi di Pisa.
134 L’esperienza maturata in accademia lo condusse a pubblicare CLAUDIO PAVONE, Prima lezione di storia contemporanea, Bari, Laterza, 2007. Per un approfondimento si veda anche: MAURO CAMPUS, La prima lezione di Storia contemporanea, «Parole Chiave. Claudio Pavone» (2019), 1, 2, pp. 177-184.
135 Solo per citarne alcuni: CLAUDIO PAVONE, Autonomie locali e decentramento nella Resistenza, in Regioni e Stato dalla Resistenza alla Costituzione, a cura di MASSIMO LEGNANI, Bologna, Il Mulino, 1975, pp. 49-65.; CLAUDIO PAVONE (a cura di), Le brigate Garibaldi nella Resistenza: documenti. Dicembre – maggio 1945, Milano, Feltrinelli, 1979; CLAUDIO PAVONE, Gramsci è lontano? Sì, dal compromesso storico, in Gramsci: un’eredità contrastata. La nuova sinistra rilegge Gramsci, a cura di EMILIO AGAZZI, Milano, Ottaviano, 1979, pp. 149-156.; CLAUDIO PAVONE, Ancora sulla «continuità dello Stato», in Scritti storici in memoria di Enzo Piscitelli, a cura di RENZO PACI, Padova, Antenore, 1982, pp. 537-568; CLAUDIO PAVONE, Tre governi e due occupazioni, «Italia contemporanea» (1985), 160, pp. 57-59.; CLAUDIO PAVONE, La guerra civile, «Annali della Fondazione Luigi Micheletti» (1986), 2, pp. 395-415.; CLAUDIO PAVONE, SALVATI MARIUCCIA, Suffragio, rappresentanza, liberaldemocrazia, «Rivista di storia contemporanea» (1986), 2, pp. 149-174.; CLAUDIO PAVONE, SALVATI MARIUCCIA, Suffragio, rappresentanza, interessi. Istituzioni e società fra ’800 e ’900, Milano, Franco Angeli, 1989; CLAUDIO PAVONE, Le tre guerre: patriottica, civile e di classe, «Rivista di storia contemporanea» (1989), 2, pp. 209-218.; CLAUDIO PAVONE, Alle origini della Repubblica: scritti su fascismo, antifascismo e continuità dello Stato, Torino, Bollati Boringhieri, 1995; CLAUDIO PAVONE, Appunti sul principio plebiscitario, in La virtù del politico. Scritti in onore di Antonio Giolitti, a cura di GIUSEPPE CARBONE, Venezia, Marsilio, 1996, pp. 151-181.; CLAUDIO PAVONE, Dalla guerra partigiana alla storia della Resistenza, «Italia contemporanea» (1997), 208, pp. 535-552.; CLAUDIO PAVONE, Memorie: dall’esperienza del fascismo al dopoguerra, cit.; CLAUDIO PAVONE, Stato e istituzioni in Italia, in Ernesto Ragioneri e la storiografia del dopo guerra, a cura di TOMMASO DETTI, GIOVANNI GOZZINI, Milano, Franco Angeli, 2001, pp. 55-66.; CLAUDIO PAVONE, La Resistenza in Italia: alcuni nodi interpretativi, «Ricerche di storia politica» (2002), V, 1, pp. 31-38.
136 CLAUDIO PAVONE, Una guerra civile: saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.
137 CLAUDIO PAVONE, La mia resistenza. Memorie di una giovinezza, cit.
138 Cfr. CLAUDIO PAVONE, Gli archivi nel lungo e contradditorio cammino della riforma dei beni culturali, «Rassegna degli Archivi di Stato» (1975), xxxvi, 1-2-3, pp. 143-160; CLAUDIO PAVONE, L’inserimento dell’amministrazione archivistica nel Ministero per i beni culturali, 1976, pp. 61-81.
139 ACS, Fondo di Claudio Pavone, Amministrazione archivistica, b.142, fascc. 1-5, «Secretazioni». Si veda anche: CLAUDIO PAVONE, L’accesso agli archivi e il bilanciamento dei diritti, «Passato e Presente» (2000), XVIII, 50, pp. 16-23.
140 Memorie personali di Claudio Pavone.
141 Cos’è la Sissco, consultato 15 giugno 2021, http://web.archive.org/web/20151124071248/http:/www.sissco.it/cose-la-sissco/. 142 Parole Chiave. Presentazione della rivista, http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedarivista&Itemid=262&id_rivista=17, consultato il 11/6/2018
143 Presidenza della Repubblica. Onorificenze. Pavone Prof. Caludio, consultato 15 giugno 2021, http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=158162.
Giorgia Di Marcantonio, Il Pavone non pubblicato. Le carte di Claudio Pavone presso l’Archivio centrale dello Stato, Tesi di dottorato, Sapienza Università di Roma, 2022

Pubblicato da Adriano Maini

Scrivo da Bordighera (IM), Liguria di Ponente.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.